L'umana attese con pazienza la mossa della puledra, quando il suo muso su incontrò con la sua mano il sorriso si allargò lievemente ma a quanto pareva la piccoletta non aveva ancora intenzione di parlare. Eppure, a quanto aveva capito, tutti i suoi simili lo facevano senza problemi., che il piccolo cavallo alato non ne fosse in grado?
O molto più semplicemente non voleva. La sensazione del caldo pelo sulla mano durò poco, la creatura prese a scrollarsi di dosso la sozzura che si era portata dietro nella sua corsa verso di loro. Ad Eveline scappò un colpo di tosse malcelato che era quanto più simile ad una risata quando la vide combattere contro il ramo che James prima sembrava avere intenzione di toglierle.
CITAZIONE
"Quindi ,Eve, ora che sappiamo dove andare, prenditi cura della piccola fino ai rifornimenti. Adesso starai subito dietro di me, mentre Heyl lo controllerò io. James invece aprirà il gruppo come prima. Dovremmo essere ormai vicini. Vediamo di non subire altri ritardi. Gambe in spalla, gente!"
L'umana si alzò lentamente voltando lo sguardo verso l'assassino, mollandogli un occhiata che pareva parlare da sola. E sembrava dire "che sia l'ultima volta che mi dai ordini". Riportò la sua attenzione sulla pony che continuava con risultati piuttosto scadenti a cercare di togliere il ramo dal suo crine. La ragazza si inginocchiò lentamente afferrando la lancia con la mano destra, la utilizzò per picchiettare lievemente sul terreno accanto a lei per attirare l'attenzione del pony, in modo da non spaventarla. Sperando non le si girasse intorno allungò la mano sinistra verso la folta chioma multicolore e con una rapidità impressionante la liberò dal ramoscello, il tutto accadde in un attimo. Ora Eveline era li, di fronte alla puledra con il ramoscello fra le dita ed un mezzo sorriso stampato sulle labbra, aveva atteso che tutti la superassero per poter finalmente parlare liberamente.
"Il mio nome è Eveline..."
Disse a mezza voce, cercando di non lasciare uscire allo scoperto il suo solito caratteraccio.
"... Questo posto è pericoloso. Stammi vicina e segui i miei movimenti e non fidarti di nessuno"
Non ci riuscì molto, il suo classico tono autoritario traspariva ancora in mezzo alle sue parole. Si strinse gli occhi con il pollice e l'indice pensando ad un modo migliore per farla aprire, ma non gliene venivano in mente. Almeno non di buoni.
Sbuffò pesantemente tirandosi i capelli all'indietro rivelando il viso del tutto, i suoi lineamente ancora da giovane ragazza erano compensati dagli occhi che sembravano riflettere le pene di un veterano. Specialmente quello sinistro, spento e senza vita.
e le rivolse un secondo sguardo, questa volta senza sorridere, non le veniva naturale. Solitamente i suoi occhi erano abbastanza espressivi per fare capire a chi aveva di fronte quello che pensava.
"Non so il tuo nome, come posso chiamarti?"
Le chiese in tono gentile mentre si voltava riportandosi in piedi e voltandosi verso i suoi compagni. Iniziò a marciare verso le casse aspettandosi che il pegaso la seguisse, la sua presenza sembrava aver calmato quella voce insistente che le martellava nel cranio idee assurde. Poteva ancora setirla sussurrare ai limiti della sua coscienza ma erano bisbigli alla quale era abituata, erano anni che la accompagnavano, di giorno e di notte. Senza mai lasciarla in pace.
Passarono pochi istanti prima che arrivasse all'equipaggiamento, sembrava che tutti si fossero messi comodi.
Il soldato James era già intendo a preparare una -poco ingombrante- arma da portare con la sua -poco discreta- armatura. Eveline scosse la testa lentamente. Ora sembrava veramente il classico soldato tutti muscoli e poco cervello. Fortunatamente sapeva bene che non era vero, dietro a quella faccia da ebete si nascondeva un buon cervello. Di certo era messo meglio del suo.
Si diresse verso la cassa dalla quale James aveva estratto la sua arma e nel farlo passò a poco più di un metro da Heyl che sembrava aver sviluppato un particolare interesse verso la puledra dal manto canarino.
Senza una parola la lancia di Eve saettò dalla mano destra a quella sinistra che si alzò conficcandola accanto all'uomo. La ragaza non lo degnò di uno sguardo ma quello era un chiaro segno del fatto che non si fidava di lui, e che alla prima mossa sospetta lo avrebbe attaccato senza esitazione.
*Vediamo cosa mi ha portato babbo natale...*
Pensò mentre si piegava allungando avidamente le mani verso l'involto più grosso all'interno di essa. Quando lo alzò riconobbe all'istante il familiare peso che la aveva accompagnata per così tanto tempo. Un tremito la pervase mentre liberava dall'imballaggio un immenso fucile di precisione anticarro.
Era proprio il suo, come lo aveva lasciato quando se ne era andata. Quasi non le vennero le lacrime agli occhi al solo pensiero di poterlo nuovamente stringere fra le braccia. Ne percepì l'odore e provò un immenso piacere quando inserì il caricatore, sentendo quel suono così familiare. Tirò l'otturatore a trazione diretta, incamerando il proiettile. Si trattenne per non scoppiare a ridere come una deficente. Si legò il fucile a tracolla con una rudimentale cinghia.
*Non so come diavolo facevano a saperlo, ma chiunque abbia mandato questi due si merita una cassa d'oro*
Ma le sorprese non erano ancora finite. Una valigia nera stanziava sul fondo della cassa, ma non era anonima come il resto dell'equipaggiamento. Si leggevano chiaramente tre lettere argentate sul fronte -EVE-
Strabuzzò gli occhi afferrando in fretta la ventiquattrore e si inginocchiò a terra, aprendola lentamente.
Al suo interno era presente un fucile mitragliatore completo di caricatori espansi, ed un piccolo contenitore cilindrico con una dicitura sbiadita sul fronte, lo riconobbe, erano i farmaci che le servivano. Lo aprì frettolosamente facendo calare una pillola rivestita nel palmo della mano sinistra e senza pensarci la inghiottì. Curandosi di nascondere il flacone in una tasca interna della camicetta. E sperando vivamente che gli altri fossero troppo impegnati per fare caso a lei.
Preparò la seconda arma e si affacciò nuovamente alla cassa, nient'altro per lei.
Si avviò quindi alla seconda, recuperando un datapad da essa e trovando l'ultimo frammento del suo equipaggiamento. Un giubbotto tattico con spazio sufficente per inserire i caricatori supplementari che le erano stati dati.
Si preparò rapidamente e proprio quando ebbe finito il datapad sfrigolò, facendo fuoriuscire una voce maschile, che iniziò a dettare i loro ordini. Quando essa finì Eveline sospirò. La sua mente iniziava ad essere più lucida, la droga che aveva assunto aveva un effetto quasi istantaneo.
*Cosa diavolo ci fa un centro di ricerca farmaceutico di novant'anni fa in questo posto se il portale è stato scoperto poco tempo fa? La faccenda puzza. Molto*
Trattenne però per se i suoi pensieri e si voltò cercando con lo sguardo la piccola pony.. Non aveva la minima intenzione di separarsi da quella creatura per più tempo del necessario.
Abilità passive attive:
Abilità Base:
Soggetto sperimentale 1/ 2 [Passivo]
Eveline è stata sottoposta ad un trattamento con una droga chiamata 009.762-OO. Si tradda di un mutageno che altera le principali regioni del lobo frontale del soggetto. Aumenta l'aggressività, forza, resistenza, e la tolleranza alle ferite ma intacca le facoltà di pensiero razionale del soggetto. Questo effetto collaterale solitamente viene tenuto sotto controllo dai farmaci antipsicotici e a integrazione bipolare.
Abilità Avanzate:
Soggetto sperimentale 2/2[Passivo]
Eveline è stata sottoposta ad una dolorosissima sostituzione dei Dendridi Nervosi con Fibre di Superconduttore. Questo trattamento consiste nella sostituzione della trasduzione bioelettrica nervosa con trasduzione elettronica schermata ed essa comporta un significante aumento nel riflessi soggetto. Aumento evidente di di intelligenza, memoria, e creatività.