Kalla Anfader
La folla si dimenticò presto dell’avvenimento, ritornando ad accalcarsi ai banconi e a barattare per gli oggetti. La giovane cavalla di terra si accorse del cambiamento quando si ritrovò schiacciata tra due stalloni del luogo che le negarono ogni possibilità di manovra come se si fosse ritrovata in un vicolo stretto e chiuso. Fece un cenno al venditore e posò il nuovo vaso di pittura blu nella propria tracolla. Iniziò a indietreggiare, scontrando involontariamente alcuni pony che replicarono con un lamento. Le bastò un'occhiata per calmare gli animi dei locali che non si erano resi conto di con chi avessero a che fare. Kalla si guardò brevemente attorno, notando la sagoma scura di Night dirigersi verso una stradina secondaria.
Mentre si faceva largo tra la folla per riunirsi con le due compagne non poté fare a meno di ripensare al proprio piano. I dubbi iniziarono ad assalirla, temendo soprattutto che il travestimento di Night non reggesse allo sguardo attento delle guardie. Girò l’angolo, preparandosi a informare le altre sui suoi crucci, ma quello che vide la lasciò a metà tra lo stupefatto e il sollevato.
Le sembianze fisiche di Night erano rimaste quasi le stesse: alta, longilinea e con un’espressione sul muso di altezzosità. Il resto, invece, era completamente diverso: il suo corno si era allungato di circa trenta centimetri, curvandosi nel processo e assumendo una forma seghettata. I suoi occhi azzurri diventarono leggermente più grandi mentre un contorno più scuro andò a formarsi attorno alle sue larghe iridi. Il crine assunse un colore simile mentre la capigliatura, molto più frastagliata di prima, le scendeva fino alle ginocchia. Una spruzzata di rosso adornava le punte del suo manto. Anche il pelo cambiò tonalità, diventato di un colore più simile ad un grigio scuro. Sul dorso, inoltre, comparve un sottile carapace azzurrino dal quale spuntavano due lunghe ali da insetto. Infine, come classica ed immancabile caratteristica dei changeling, le sue quattro zampe sembravano due groviere. Più che un semplice drone sembrava avere assunto l'aspetto di una
regina dei changeling.
Kalla si lasciò scappare un fischio compiaciuto, girando attorno a Night come una puledrina che vedeva per la prima volta un alicorno.
“Che gli Spiriti mi colgano se non ti dico che sei FA-VO-LO-SA!”Si girò verso Sabina per chiederle come avessero fatto ma la compagna la troncò di netto, venendo subito al sodo.
“Giusto.” Bisbigliò, cacciando via la curiosità. Poggiò le proprie cose a terra e senza farselo ripetere impugnò l’elsa della spada tra i denti, sguainandola con un flebile sibilo. La lama, tornata a contatto con la luce, emise un riflesso che rimbalzò sulle superfici cristalline. Kalla osservò lo strano effetto per qualche secondo per poi riposare l’attenzione sulla cavalla bianca.
“Non ti muovere.”La guerriera serrò lo sguardo sulla propria compagna. I muscoli delle zampe iniziarono a flettersi, il respiro si fece più pesante e veloce e i denti si serrarono sull’impugnatura dell’arma.
“Spiriti. Antenati e Avi degli Antenati. Ascoltate la mia preghiera e guidate la mia mente. Fate che la mia spada non ferisca Sabina…”Al bisbiglio del nome, Kalla balzò in avanti piegando il collo all’indietro. In un secondo fu addosso a Sabina e in quel momento buttò tutta l’energia cinetica in avanti. La lama sfiorò la guancia sinistra della compagna, sibilando nell’ombra del vicolo per conficcarsi nel terreno con forte baccano. Appena le zampe anteriori toccarono terra si flesse per darsi nuovamente una spinta verso l’alto. La crepa nel terreno fischiò, aprendosi di un'altra decina di centimetri quando la spada si dislocò dalla crepa. Kalla torse il busto e stavolta mirò al corpo centrale di Sabina, graffiandole parte della spalla posteriore sinistra fino a poco sopra la zampa. La lama si conficcò nuovamente nel terreno, generando scintille di magia viola che svanirono nell’aria. Con l’adrenalina nel sistema, Kalla trovò impossibile fermarsi. Disincastrata l'arma dal terreno fece per voltarsi nuovamente verso Sabina.
*Fermati!*Riprese il controllo del proprio corpo e all'ultimo istante effettuò un’altra torsione, colpendo il muro di fianco con un fragore che nemmeno un sordo non avrebbe potuto udire.
“Sabina, va!” Le parole le uscirono con un rantolo mentre osservava il suo viso nel riflesso del cristallo. Chiuse gli occhi, ringraziando lo spirito…