Kalla sentì per un attimo cedere il “terreno” sotti i suoi zoccoli ma il pony turchese non la deluse. Utilizzò lo scudo come punto di lancio, spiccando un balzo in avanti verso l’avversario. Saltò radente agli spuntoni magici ad una distanza che poteva essere ben minore della testa di un ago e nel momento in cui si ritrovò sopra l’obiettivo ruotò il corpo e portò tutto il peso in avanti.
Il lampo grigio e nocciola si abbatté sul cragadile, la saetta di metallo che stringeva tra i denti penetrò la testa dell’animale affondando di mezzo metro nel tessuto molle. La creatura lanciò un grido che le fece raggelare le vene per poi abbandonarsi al destino che l’aspettava. Seppure sconfitta iniziò a dimenarsi e a ruotare su se stessa, catapultando la cavalla in un volo che terminò a pochi passi dall’ultimo cragadile rimasto.
Senza più un’arma e con lo scudo che giaceva a metri da lei, era alla mercé dell’animale. Con tutte le sue forze cercò di rotolare sul fianco per sfuggire all’attacco, ma le sarebbe servito un miracolo.
Esso arrivò nella forma di una puledra bianca e bionda che si schiantò sul fianco della bestia dando tempo a Kalla di allontanarsi. La furia dell’amica si abbatté si di esso in uno sfoggio di rabbia e pura forza bruta.
C’era una parte di lei che temeva, una che teneva dentro di sé ma che poteva prendere il sopravvento da un momento all’altro. Un qualcosa che le corrodeva lo spirito.
Socchiuse gli occhi e sfoggiò un sincero sorriso di gratitudine quando notò un rivolo rosso farsi strada tra il suo muso. Allungò uno zoccolo per sfregarlo via, notando che tutto il suo corpo era ricoperto dai resti della battaglia. Lanciò un’occhiata stizzita alla sua compagna.
Sabina, cosa ti ho detto? Il sangue non va via e ti rende il manto tutto appiccicoso e puzzolente.
Piegò la testa di lato mentre scaricava gli ultimi momenti della battaglia in un brivido che la fece tremare.
Grazie.
Fece per rialzarsi quando fu raggiunta dai due unicorni. Non fece tempo a ringraziare propriamente quello turchese che egli si avventò con esuberante premura su di lei. Istintivamente si tirò indietro ma era troppo stanca per contrastare l’ardore del pony e quindi lo lasciò fare assieme al suo amico.
Ti ringrazio ma mi sono portata anche io delle provviste. Non voglio usare le tue.
Si voltò verso Sabina, lanciandole un occhiolino divertito, e quindi si abbandonò alle loro attenzioni. La magia curativa le solleticò il fianco, strappandole un gridolino divertito. Non erano cattivi, solo un po’ ingenui. Il pegaso, invece, era tutto il contrario.
* Fin troppo. *
Pensò mentre ascoltava il discorso. Il suo sorriso sparì, lasciando posto ad un’espressione seria e scocciata. Sbuffò e con un semplice gesto congedò i due unicorni, ringraziandoli nuovamente con un cenno del capo. Si alzò sulle zampe e quindi si mosse per raccattare i suoi oggetti.
Vengo da un posto molto lontano, ai bordi del vostro regno. Le mie usanze sono diverse dalle vostre e non mi sarebbe mai concesso di diventare una guardia reale.
Legò la sacca al schiena, prese da essa una bottiglia trasparente e ne bevve il contenuto tutto di un sorso. Sentì il liquido fresco scenderle nel ventre dandole una piacevole sensazione che la rivitalizzò. Ripose la bottiglia ormai vuota dentro la sua tracolla.
Ma nonostante ciò la mia lealtà va alle principesse. E se loro dicono che la nostra missione consiste nell’esplorare le Badlands, allora la nostra missione consiste nell’esplorare questo posto. Punto.
Aveva assunto un tono più rigido ma non aveva perso la calma. Raccolse lo scudo e sfilò la lama dal corpo inerme del cragadile, riponendola nell’elsa dopo averla pulita con un panno sporco.
Non è un caso che voi tre vi conosceste. Fate due più due e troverete la risposta.
Si posizionò in coda al gruppo, aggiustandosi le trecce mentre aspettava di ripartire.