The Slender Mane, ***Traduzione Da Spostare***

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clod_"drawn"_pony
CAT_IMG Posted on 30/11/2012, 15:29     +1   -1




Scritto da Chicken Vortex, l'ho trovato sul sito di Equestria daily, e ho deciso di tradurlo per quelli che fanno fatica a leggere l'inglese.

THE SLENDER MANE
Capitolo Primo


Quel giorno la lettera per Celestia arrivò presto, prima ancora che lei potesse far sorgere il sole. Il capitano delle guardie reali entrò frettolosamente nella sua stanza, mentre portava la lettera in bocca.
“qual è la causa di questa visita nei miei alloggi così presto, capitano Grey?” chiese lei in confusamente, mentre si svegliava.
“un messaggio, sua altezza” rispose, intanto che velocemente e senza troppe cerimonie sputò la lettera sulla superficie più vicina e successivamente asciugandosi la lingua con un fazzoletto. La lettera era strappata e sporcata. Celestia notò con preoccupazione che c’erano delle macchie rosse che coprivano la superficie della lettera.

“la lettera è arrivata giusto qualche momento fa via pegaso” continuò lui “date le strane e…allarmanti circostanze del suo arrivo, ho pensato che fosse necessario assicurarmi che la ricevesse immediatamente”

Appoggiando il suo pettine, Celestia prese cautamente la lettera dal tavolo. Aveva il sigillo di Canterlot. Rompendo il sigillo, ella srotolò la pergamena e lesse il messaggio scritto frettolosamente. Era stato scritto da uno zoccolo agitato e le parole erano spesso stranamente ricurve o schiacciate tra loro, come se fosse stato scritto nel buio. Non era una lettera lunga, ma quando raggiunse l’ultima riga, la sua faccia diventò pallida, una smorfia di paura ruppe la sua normale calma. Questo era quello che c’era scritto:

CARA PRINCESS CELESTIA

Sono spaventata. Non sono mai stata così spaventata in tutta la mia vita. Non so in cosa credere. Non so se questo messaggio le arriverà. Spero con ogni briciolo di speranza che mi è rimasta che le arrivi. Lei è la mia unica possibilità. Se riceve questa lettera sappia che non volevo fare quello che ho fatto. Non so perché l’ho fatto. Non sono sicura di quello che le mie amiche potrebbero dirvi, ma per favore, per tutti gli anni che noi ci conosciamo, mi perdoni. Sono nella Everfree Forest. Sono seguita. La supplico, venga a prendermi.
Twilight Sparkle

“Dov’è il portatore di questa lettera, capitano Grey?” chiese urgentemente. “devo assolutamente parlargli”.

“è stata portata all’ospedale nel centro di Canterlot subito dopo il suo arrivo.” Rispose. La sollecitudine di guardare altrove dalla principessa era forte, quando disse quelle parole, ma resistette e continuò “è stata identificata come la residente di Ponyville chiamata Fluttershy. Credo che l’abbiate già incontrata, anche se farete fatica a riconoscerla ora. Le sue ferite sono…severe. Non sono sicuro che ce la farà.”

“portami da lei” disse Celestia, senza nemmeno preoccuparsi di indossare la sua corona prima di giungere alla porta.

“certo sua maestà”, rispose il capitano Grey, che velocemente era seguito da lei.

Era tutto silenzioso, eccetto che per l’eco dei loro zoccoli sul pavimento di roccia fredda fino a quando non raggiunsero l’uscita del palazzo. Un suono stranamente reminiscente ai ultimi battiti di un cuore che muore.

Capitolo 1: Un lungo albero morto.

Twilight venne svegliata nel bel mezzo della notte da un forte bussare alla sua porta. Era appena riuscita ad addormentarsi dopo aver letto fino a tardi, quindi l’intrusione non era benvenuta. Si rigirò nel letto, coprendosi la faccia con un cuscino, sperando che chiunque fosse alla porta se ne sarebbe andato via. Ma niente da fare. Pochi secondi dopo sentì bussare di nuovo, e di nuovo pochi secondi dopo. Lasciandosi uscire un sospiro arrabbiato, Twilight uscì dal caldo letto e scese la lunga rampa di scale fino al primo piano della libreria per aprire la porta. Si sorprese alla fine, quando scoprì chi era.

“Fluttershy?! Che stai facendo qui?” Fluttershy non era di quei pony che restano alzati fino a tardi. Lei non si sognerebbe mai di disturbare un pony mentre sta dormendo.
Non era nemmeno una che bussava alle porte abbastanza forte da farsi sentire, neanche ripetutamente!

“oh Twilight, mi dispiace, ma…è successa una cosa terribile”.

“beh, non si può aspettate fino a mattina?”

“no! No. Bisogna prendersene cura adesso prima che si…diffonda.” Mormorò Fluttershy. I suoi occhi dardeggiavano intorno come se qualcosa stesse per saltargli addosso da un momento all’altro, e stava calpestando nervosamente il terreno con gli zoccoli. Twilight era ancora scontrosa, ma qualunque cosa fosse successa, aveva ovviamente spaventato la sua amica.

“ugh. Va bene. Entra.”

“mi dispiace Twilight. Non posso. Devo assolutamente tornare a casa il prima possibile. Gli animali hanno bisogno di me. Non lo capisco nemmeno io. Sono appena tornata dalla Everfree Forest e Zecora-”

“aspetta aspetta aspetta”, la interruppe Twilight “cosa stavi facendo nella Everfree Forest a quest’ora?”

“è una lunga storia, e non c’è proprio tempo per spiegare. devo tornare a casa, e tu devi andare subito da Zecora!”

“beh, dovrà aspettare fino a domattina” rispose Twilight, iniziando a chiudere la porta.

“no Twilight, aspetta!” squittì Fluttershy. “tu non capisci!”

“no, non capisco!” gridò una Twilight frustrata mentre riaprì la porta, causando un balzo spaventato della sua amica di qualche centimetro, “non ho la minima idea di quello che sta succedendo, e tu ti stai conportando in modo molto strano! Non dovevi essere nella foresta a quest’ora. Qualcosa deve averti sicuramente spaventato, e tu starai esagerando. Andare da Zecora sarà la prima cosa che farò appena farà mattino, ma adesso ho bisogno di dormire! Buonanotte Fluttershy.”

Mente Twilight stava chiudendo lentamente la porta, Fluttershy non rispose. La sua testa era bassa sul terreno e stava nascondendo la sua faccia con la criniera. Twilight brontolò a se stessa e iniziò a sentirsi colpevole.

“la prima cosa. Lo prometto.” Disse, e chiuse la porta. Fluttershy squittì solamente.

Era mattina, e Twilight arrancava dentro la Everfree Forest da sola. Si fermò alla casa di Fluttershy per sapere se voleva venire con lei, ma non ci fu alcuna risposta. Probabilmente era ancora nascosta sotto il suo letto; sognando animaletti felici che le riempivano la testa. Twilight sentì una lieve quantità di animosità in sé per averle rubato del tempo, ma una promessa era una promessa, e voleva assicurarsi di mantenere la parola data.

Twilight non era mai stata nella foresta a quest’ora. Per qualche ragione la luce le mattino che si filtrava tra gli alberi era molto più inquietante di quando è piena notte. La luce faceva sembrare i punti bui ancora più bui, e lei sentiva come se qualunque cosa potesse essere in agguato nell’ombra. Come i suoi capelli cominciarono a diventare come setole, sia per il freddo, sia per il dispiacere di essere osservata, ella accelerò il passo.

Non ci volle molto prima che lei riuscisse a uscire dal mucchio di alberi ritorti per poi vedere in lontananza la casa di Zecora. In pochi minuti la raggiunse e bussò alla porta con entusiasmo. Prima vedeva una faccia amica meglio era. Aspettò per quelle che sembravano delle ore. Twilight fece un salto ed emise un guaito quando sentì un fruscio manifestarsi dall’oscurità, dopodichè rigirò gli occhi sulla sua stupidità. Probabilmente era solo un animaletto che zampettava via. Tenendosi come sospesa, bussò di nuovo.

Come continuò ad aspettare, la sensazione di essere osservata le fece venire un brivido sulla schiena. Sbirciò nervosamente alla finestra per vedere se Zecora era in casa. Era tutto buio, eccetto per poche piccole braci che illuminavano il punto centrale della stanza. Twilight notò che la porta sul retro era aperta.

“Zecora?” disse lei. Non ci fu risposta. Twilight stava per andarsene quando vide una figura che si mosse dietro la finestra vicino al letto di Zecora.

“Zecora? Sei tu?” chiamò ancora, sentendosi inquieta. Twilight iniziò a percorrere la strada attorno all’albero, i suoi muscoli sentivano la tensione. Qualunque cosa si fosse mosso era di sicuro più grande di lei. Se era Zecora perché non avrebbe risposto? E se non era Zecora allora cos’era? E perché non lo sentì muoversi? Twilight aveva appena raggiunto il retro dell’albero.

Twilight si guardò intorno cautamente, ma non c’era nulla. Solo alcune decorazioni che adornavano il luogo, Twilight assunse che venivano dai luoghi lontani dove viveva Zecora. Probabilmente la sua mente le stava giocando brutti scherzi. Twilight iniziò a ispezionare tanto per fare qualcosa.

Come si avvicinò, realizzò che una di esse era un totem. Diversi pony erano scolpiti su di essa, e disegni complicati si intrecciavano tra loro in modo che per Twilight sembrasse un albero. I pony erano diversi tra loro, c’era chi aveva la criniera corta, chi lunga, altri avevano…aspetta, quella era Applejack? Twilight si chinò per vedere meglio. La forma del pony raffigurato sembrava proprio quella di Applejack. Twilight non era convinta, ma osservando più attentamente, notò il cutie mark sul fianco del pony, erano tre piccole mele.

Twilight mosse velocemente la sua attenzione sulla cima del totem. C’era un pony dalla criniera lunga. Tre farfalle erano segnate su di esso. Il seguente aveva una criniera corta e il simbolo di un fulmine. Quello dopo era Applejack e successivamente c’era Rarity, infine Pinkie Pie. Sul fondo c’era un pony a lei familiare, con una stella posta sul suo fianco.

Twilight si chinò ancora di più, qualcos’altro catturò la sua attenzione. I disegni intrecciati che erano scolpiti intorno agli altri pony continuavano in basso fino al fondo. Twilight spinse un po’ il totem per vedere meglio, e vide che i disegni finirono su un altro pony. Lo spinse ancora un po’. Il totem si staccò dal soffice terreno sporco. Quel pony sembrava molto grezzo, inoltre era rivolto dal basso verso l’alto. Non aveva nessuna criniera o coda, le sua gambe erano sproporzionate al corpo, quasi il doppio di come dovevano essere, e il suo cutie mark non era altro che un cerchio. Sembrava che chiunque lo avesse scolpito non gli piacesse, perché sul cutie mark c’erano dei segni che formavano una croce.

“perché mai Zecora possiede una roba del genere?” pensò Twilight ad alta voce.

“è un mio hobby.”

Twilight urlò e saltò indietro in risposta. Era così concentrata sul totem che non aveva notato che Zecora era arrivata. “ah! Cos-da dove arrivi?” balbettò lei, mentre cercava di rimettere in piedi il totem.

“ero fuori a raccogliere delle erbe per il the. Ti ho fatto aspettare molto?” rispose Zecora, alzando un sopracciglio su Twilight.

“io? No. Non molto! Stavo solo…ho sentito che volevi parlarmi di qualcosa. Sono venuta prima che potevo, ma quando non c’eri avevo deciso di-beh pensavo di aver visto qualcosa muoversi a lato dell’albero e l’ho seguito fin qui, ma credo non fosse nulla, poi ho visto questo e io…” la voce di Twilight si spense. Il suo cuore batteva ancora per la sorpresa, e nonostante i suoi sforzi, il totem era ancora sul lato. Lo lasciò andare, il totem emise un leggero tunph. Zecora continuò a guardarla con sospetto fino a quando Twilight non ruppe il silenzio “quindi…lo hai fatto tu? È davvero bello.”

“si.” Rispose Zecora. “spesso pratico degli hobby della mia terra nativa quando ho del tempo. Questo era quasi finito.”

“mi dispiace tanto” disse Twilight, cercando senza successo di farlo di nuovo stare in piedi. “devi averci messo tanto a farlo. Ecco, lascia che io-” una luce viola illuminò il corno di Twilight mentre usava la magia per prendere il totem e rimetterlo al suo posto. Ci diede comunque troppa forza, e il totem si incastrò per metà sul terreno. Twilight sorrise imbarazzata a Zecora dopo quel che aveva fatto.

“grazie.” Disse Zecora categoricamente, girandosi da Twilight e dirigendosi sulla porta sul retro dell’albero. “per favore seguimi”.

Twilight seguì Zecora dentro la casa, le sue orecchie diventarono rosse dall’imbarazzo. Pochi minuti dopo stava bevendo una tazza dello speciale the di Zecora, e l’imbarazzo se ne era andato. Come Twilight si sedette su un cuscino, le venne in mente il perché della sua visita.

“quindi, Fluttershy ha detto che era successo qualcosa? Qualcosa di brutto?”

“quello che hai detto è vero” rispose Zecora dopo essersi versata una tazza di the, “ma comunque non capisco perché sia venuta da te”.

“che cosa intendi?”

Zecora camminò verso Twilight e si sedette accanto a lei “pochi giorni fa, mi incamminavo nella foresta, quando notai un segno inaspettato. Un albero che pensavo fosse morto da tempo, mi diede un brivido.”

“l’albero ti ha spaventato?” chiese Twilight incredula. “come può un albero spaventarti?”

“nella mia terra questo albero è conosciuto per essere un albero maledetto. I suoi frutti, conosciuti come frutti paurosi, erano usati da diversi dottori per fare delle pozioni, che facevano allungare la vita di un pony in modo del tutto innaturale. Di quest’albero si diceva che fosse corrotto dai demoni. Ho sentito che Fluttershy ha molte conoscenze di animali e piante di queste terre, e ho chiesto la sua assistenza nel rimuoverlo. Ero però preoccupata che la connessione di questa pianta con le sue terre fosse troppo forte. Come mise il suo sguardo sull’albero, ne sentì la malvagità e volò via.”

“oh, quella Fluttershy” disse Twilight, “tutto la spaventa. Non preoccuparti Zecora. Ti aiuterò io a liberarti di questo albero, e prometto di non scappare, per quanto spaventoso possa essere.”

“grazie per il tuo aiuto Twilight. È molto ben accetto in questa situazione critica.”

Twilight finì il suo the e si alzò stiracchiandosi le zampe. “allora, quando si comincia?”

Zecora guardò fuori dalla finestra. Il sole ora era alto, i raggi blu della luce diventarono bianchi, “se iniziamo ora, dovremmo riuscire a farcela per il tramonto.”

“ok allora!” disse Twilight con entusiasmo. “indicami la strada.”
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“ma perché lo hai chiesto solo a Fluttershy?” chiese Twilight, mentre si metteva comoda la borsa in groppa e camminava a fianco di Zecora. Ella la condusse in una parte delle Everfree Forest che lei non aveva mai visto, e Twilight non si voleva separare da lei.
“che cosa intendi?” rispose Zecora.
“voglio dire, perché non hai chiesto aiuto a tutte noi? Se è solo un albero che ti preoccupa, sono sicura che più siamo e prima ce ne sbarazziamo.”
Zecora fece una pausa prima di rispondere.
“perché quest’albero deve essere trattato con la massima cura. La terra deve essere salata, rami e tronco devono essere bruciati in modo che non rimanga nulla, ma prima cosa e più importante, dobbiamo assicurarci di rimuovere tutti i frutti paurosi.”
“sembra proprio un mucchio di lavoro extra” disse Twilight, “voglio dire, se bruciassimo tutto insieme, non dovrebbero bruciare anche i frutti?”
“ognuno di quei frutti contiene un seme. Se ce ne lasciamo sfuggire anche solo uno, il nostro lavoro non sarà valso a niente.”
“uhmm. capisco” disse Twilight. “e dopo che le abbiamo rimosse che cosa dovremmo farne?”
“non preoccuparti, Twilight Sparkle. Le metterò al sicuro, ma ti avviso, fai attenzione al succo di quei frutti.”
“perché? È pericoloso?”
“si. Molto.”
Successivamente Zecora fece come segno di fermarsi. Twilight si fermò subito, e si accorse solo dopo che avevano raggiunto una zona della foresta spoglia di alberi. Non spoglia di per se, ma gli alberi erano così stretti che sembrava ci fosse più spazio. Nel mezzo della zona c’era l’albero di cui parlava Zecora. Non sembrava minaccioso più di quanto Twilight avesse immaginato. Era corto e tozzo, Alto appena la metà degli alberi che lo circondavano. Era nero come la pece, con una corteccia oleosa e frutti di un giallo pallido, sembrava più malaticcio che altro.
“non lasciare che il succo tocchi la tua pelle, Twilight” disse Zecora, porgendole un paio di guanti.
“a cosa mi servono questi?” disse Twilight dopo aver appoggiato la borsa a terra.
“a prendere i frutti, ovviamente.”
“vuoi dire che dobbiamo prenderli tutti con gli zoccoli?”
“esatto” rispose Zecora, dopodichè si avvicinò all’albero e cautamente strappò un frutto dall’albero. Twilight osservava Zecora mentre metteva il frutto nella borsa e si avvicinava per raccoglierne un altro.
“questa cosa impiegherà più tempo di quanto mi aspettavo” borbottò Twilight sotto il suo respiro prima di raggiungere Zecora per aiutarla nell’arduo compito.
Presto divenne una buona cosa che Zecora le avesse dato i guanti. Come Twilight strappò dall’albero il primo frutto, questo scoppiò improvvisamente. Fortunatamente il succo scoppiò lontano da lei, ma questo causò l’attenzione furiosa di Zecora.
“gentilmente!” disse lei, prendendo un frutto e girandolo leggermente, causandone la rottura dal ramo. Twilight tirò il frutto schiacciato sulla borsa e seguì l’esempio di Zecora col seguente. Ella tirò un sospiro di sollievo quando si staccò dall’albero con facilità.
Passarono delle ore da quando cominciarono a lavorare, il tutto procedeva silenziosamente e senza altri incidenti. Sfortunatamente non avevano fatto nemmeno molti progressi. Oltre la metà dei frutti erano ancora attaccati all’albero, e Twilight stava per perdere la pazienza.
“ho un’idea!” esclamò improvvisamente, facendo saltare Zecora per il rumore, “perché non usiamo la magia per staccare i frutti dall’albero?”
“non essere sciocca,” rispose Zecora in modo sbrigativo prima di rimettersi al lavoro.
“no, dico davvero! Ce la posso fare! l’ho fatto altre volte con gli alberi di mele. E quella volta era molto più di un albero. Sarà facile.”
Lasciando cautamente andare il frutto che aveva raccolto, Zecora si girò verso Twilight, “anche se ci facesse risparmiare del tempo, i rischi che potresti correre sono troppo alti.”
“oh, non avrò nulla da rischiare” rise Twilight “ecco, ti faccio vedere,” il corno di Twilight iniziò a brillare e si concentrò su un singolo frutto pauroso. Lo staccò facilmente dall’albero e lo fece fluttuare verso la borsa, “visto?” disse sorridendo “facile.”
Zecora guardò l’albero, poi il cielo. Il sole era già a metà strada, “e va bene” disse infine, “ma per favore fai attenzione. Prima prendi i più piccoli, e prendine uno o due alla volta, non tutti insieme.”
“farò attenzione,” promise Twilight, il suo corno iniziò subito a brillare di nuovo. Molto presto vennero staccati altri due frutti, poi quattro, poi otto. Dopo pochi minuti l’albero era senza frutti. Twilight chiuse magicamente la borsa e strinse i lacci, sentendosi molto fiera di sé.
“ecco qua” disse felicemente “ora alla fase due.” Zecora annuì, soddisfatta del lavoro, e tirò fuori dalla sua borsa un vaso e un dispositivo che Twilight non riusciva a riconoscere dalla tasca.
“che cosa sono?” chiese Twilight.
“questo è olio combustibile,” rispose, tenendo il vaso “e questo” disse prendendo il dispositivo. Era un piccolo tubo con un’asta comodamente inserita ad esso, “è un pistone del fuoco. Per favore stai a distanza di sicurezza.”
Twilight fece qualche passo indietro da Zecora mentre apriva il coperchio del contenitore e versava il liquido nero intorno all’albero, insicura di cosa aspettarsi. Una volta fatto la zebra rimosse l’asta dal tubo e ci verso un pochino di liquido su di esso. Quindi riprese l’asta e la infilò di nuovo nel tubo. Twilight non era sicura di quello che stava facendo, ma quando Zecora rimosse l’asta e capovolse il tubo, ne usci una brace.
“aspetta, ma come hai-” venne interrotta dalla brace che si era posta al cerchio di olio combustibile. Ci fu un bagliore improvviso e uno scoppio di aria calda che venne bruciato da delle fiamme arancioni.
“sotto la pressione, se il tubo è sigillato” disse Zecora, camminando verso Twilight, “il calore è abbastanza per far bruciare l’olio.”
“geniale!” ammise Twilight, ora che aveva capito l’utilizzo del pistone.
“certi dispositivi esistono dalle mie parti da centinaia di anni” rispose Zecora mentre lei e Twilight guardavano il tronco dell’albero che iniziava a bruciare, “cerca di non allarmarti.”
“beh, non lo chiamerei allarmante ma piuttosto interessante. ci avrai pensato-”
Twilight venne di nuovo interrotta da una specie di urlo frantumato che sembrava suddividere l’aria attorno a loro. Si guardò intorno freneticamente per capire cosa fosse la cosa che produceva quell’orribile suono, ma non vide nessuno. L’urlo continuò e Twilight guardò Zecora, che restava ferma con un’espressione del tutto calma.
“che sta succedendo?” chiese Twilight allarmata “chi sta facendo questo suono?” Zecora indicò l’albero.
“l’albero sta urlando?”
“se la linfa dell’albero inizia a bollire, aumenta la pressione, e la corteccia si rompe. Il rumore che senti non è altro che vapore che sta eruttando dal suo nucleo. È stato detto anche, che l’albero emetta suoni differenti a seconda del demone che vi è all’interno.”
“che cosa terribile da pensare” riflettè Twilight, un brivido le corse sulla schiena e l’urlo dell’albero aumentava la tensione.

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Twilight si considerava da sempre un pony che si basava sulla logica, ma per tutto il tempo che l’albero finiva di bruciare e nulla rimaneva di esso, tranne la cenere, era rimasta scossa. Sembravano proprio delle urla. A volte sembravano le urla delle sue amiche. Qualche volta le sembrava perfino di sentire delle parole in mezzo alle urla agonizzanti. Anche dopo, nel silenzio del tardo pomeriggio, la voce continuava a stridere nella sua mente. Ancora persa nei suoi pensieri, Twilight fece un salto quando Zecora le appoggiò uno zoccolo sulla spalla.
“vieni. Le radici continueranno a covare sotto la cenere per qualche tempo, ma è più sicuro se cominciamo a salare adesso.”
Twilight annuì, sentendosi però un po’ nauseata, e prese due sacchetti dalla borsa. Ne diede uno a Zecora e tenne l’altro per sé. Dopo averlo aperto, Twilight scavò nel sacchetto e prese con lo zoccolo un po’ di sale. Nell’ora che seguì gettarono il sale intorno a quello che rimaneva dell’albero, assicurandosi di attaccarlo al terreno in modo che non volasse via.
Twilight si sentì sollevata quando il sacco di sale finì, ma Zecora la informò che non era abbastanza e c’era bisogno di prenderne altro. nel tempo che tornarono verso casa, riempirono i sacchi e si dirigevano di nuovo verso i resti dell’albero, stava per fare buio. Come raggiunsero la zona spoglia, Twilight rimase a bocca aperta dalla sorpresa. Senza la brillante luce del sole, rimase solo la fioca luce rossa delle radici fumanti, o almeno di quelle che si riuscivano a vedere. Esse si stavano diffondendo in tutte le direzioni molto più velocemente di quanto Twilight potesse pensare fosse possibile, come delle dita nodose che scavavano il terreno.
“ma quanto è grande questo coso?” disse mentre continuavano a versare il sale.
“le sue radici crescono molto velocemente, e in profondità. Essi cercano di insinuarsi agli altri alberi.”
“ma perché?”
“questa pianta è una vera peste. Se si aggrappa ad essi, anche loro devono essere rimossi, o diventeranno come quello. Una volta, un’intera foresta dovette essere bruciata in una notte.”
Twilight rabbrividì al pensiero dei suoni che poteva produrre un’intera foresta che bruciava. Sarebbe stato come bruciare un intero villaggio pieno di pony. Ella cercò di rimuovere quel pensiero, e gettò una gran quantità di sale tutta in una volta.
“allora” disse Twilight, cercando di cambiare argomento “cosa fanno esattamente questi frutti paurosi?”
“è meglio non parlare di queste cose.”
“è così terribile?” chiese Twilight scetticamente.
“…non vorrei spaventarti,” fu la risposta di Zecora. La curiosità di Twilight era ancora più suscitata. Tutta questa esperienza era stata già abbastanza inquietante. Cosa mai potevano fare di così brutto quei frutti?
“i-io non mi spaventerò” disse una Twilight inconfidente. Zecora lasciò andare un respiro agitato, ma iniziò a raccontare comunque.
“ci sono storie di zebre, diventate pazze, e ritrovate assassinate. Il nome maledetto è….Slender Mane. ”
“chi è Slender Mane?” chiese Twilight.
Zecora prese un respiro profondo, “è una lunga storia.”
“va benissimo,” disse Twilight, “sto ascoltando.”


Edited by -Chaos- - 24/8/2014, 22:27
 
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-Chaos-
CAT_IMG Posted on 24/8/2014, 21:27     +1   -1




Questi sono gli altri capitoli di questa fanfic, accorpati in questo thread per risparmiare spazio.

THE SLENDER MANE
Capitolo Secondo


“una volta Slender Mane era un pony come te o me” Zecora iniziò, “un pony semplice, che viveva una vita semplice. Era una zebra molto saggia. Un monaco, che viveva appartato sulle montagne, e spendeva il suo tempo meditando per ampliare la sua mente. Un giorno arrivò un visitatore comparso apparentemente dal nulla. Il monaco si mostrò molto ospitale. Gli diede un posto dove dormire, e il mattino seguente il visitatore se ne andò via per la sua strada. Non ci vollero giorni prima che il monaco notò che il visitatore si era lasciato addietro una piccola scatola. Il monaco non se ne preoccupò e lasciò la scatola da sola. Tuttavia, mentre continuava a meditare, il pensiero di quella scatola continuava a tornare. Non importa quanto tentasse di pensare ad altro, non riusciva a trovare pace. Passarono gli anni. Il monaco stava diventando vecchio, ma il visitatore non tornò mai. L’anima del monaco era in uno stato di stress e la visione di quella scatola riempiva le sue ore, e perseguitava i suoi sogni. Un giorno non poteva più tollerare ciò. Prese la scatola, la avvolse nella seta, prese le poche cose di cui aveva bisogno e si mise in pellegrinaggio per trovare il proprietario e restituirgliela. Per anni il monaco vagò per diverse terre senza riposarsi. Nessuno con cui parlò aveva mai visto o sentito parlare del misterioso visitatore. Ma un giorno il monaco incontrò una terribile malattia. Diventava sempre più pallido e debole. Aveva delle terribili visioni ovunque andasse, e sapeva che era prossimo alla morte. Nei suoi ultimi momenti, il monaco cedette. Aprì la sua borsa e prese la scatola, cercando disperatamente di capire cosa ci fosse dentro. E quando riuscì ad aprirla, il suo occhio cadde su una piccola chiave. La prese e la esaminò accuratamente, cercando di capire il significato di quella cosa che da tempo lo aveva perseguitato. Mentre esaminava la chiave, una porta apparve dietro di lui. Il monaco diventò isterico, e senza pensarci due volte, infilò la chiave nella porta. Quest’ultima si aprì e il monaco vi entrò senza alcuna esitazione. Tre anni dopo il suo corpo venne trovato in un piccolo villaggio qualche miglio più in la, orribilmente mutilato. I suoi occhi erano stati graffiati fuori, la sua bocca era cucita, i suoi arti erano tesi e strappati, e il suo cuore era bruciato. I cittadini lo sepolsero in una tomba profonda agli estremi della foresta e non parlarono più di quella storia. Si raccontava che dentro il cuore annerito del monaco c’erano dei semi che contenevano i ricordi del posto dove era stato, perché poco tempo dopo un albero spuntò dalla sua tomba. Si diceva che viveva in quell’albero. Non cercò più il misterioso visitatore. Ora lui vaga le terre cercando di mostrare a loro ciò che aveva visto, e fargli soffrire ciò che aveva sofferto. I frutti paurosi sono ciò che lo chiamano, e se anche una sola goccia del succo tocca la tua pelle, lui ti troverà, e te lo farà sapere.”
“e?” chiese Twilight, mentre tirava l’ultima manciata di sale e ci calpestava sopra.
“questo è il mito” rispose Zecora.
“ma chi era il visitatore? Dove conduceva la porta?”
“qualcuno diceva che il visitatore non proveniva da questo mondo, e che la porta conduceva alla sua casa. Domande che tu non dovresti porti. È solo un mito di tempi passati. Ti ringrazio per il tuo aiuto. Ora prendi la tua borsa e torniamo a casa mia.”
Come Twilight prese la borsa, ora più pesante di prima, con una certa apprensione, altre domande cominciarono a passargli per la testa. Qual’era la malattia che colpì il monaco durante il suo viaggio? Cosa è successo alla porta e alla chiave? Lui era già vecchio quando iniziò la ricerca del visitatore. Quanti anni erano passati? Quanto era vecchio alla fine? Twilight era così assorta nei suoi pensieri che non aveva notato una radice che le bloccava la strada.
“woah!” gridò Twilight quando il suo zoccolo sbattè contro di essa. Aspettava di poter riprendere il passo, ma la pesante borsa le fece perdere l’equilibrio e inciampò in un buco a lato del passaggio. Zecora cercò di afferrarla, ma era troppo tardi. Riusciva solo ad intravedere la coda di Twilight dopo che cadde per la pendenza.
Come cadde, un ramo affilato colpì il lato della sua testa. Ci fu un bagliore e un dolore pungente che lasciò un taglio profondo vicino al suo occhio sinistro. Twilight cercò di riprendere il controllo, ma il pendio era troppo elevato e la borsa troppo pesante continuava a tenerla in basso. Avrebbe continuato a rotolare senza speranza fino in fondo alla collina, se non fosse andata incontro ad un albero robusto.
“augh!” Twilight si sentiva costretta ad urlare. L’impatto con l’albero era stato così violento che per un attimo stava per svenire. Quando tornò in sé sentì la voce di Zecora che la chiamava molto forte.
“Twilight!” disse “Twilight! riesci a sentirmi? Ti sei fatta molto male?”
“no…sto bene. È tutto okay” disse lei, non sentendosi sicura di quanto stesse parlando forte. Si affacciava al di fuori del passaggio, ed era disposta ad angolo tra l’albero e il terreno. Era stata una fortuna che si era fermata quando doveva. Twilight notò il gocciolare del sangue che le correva sulla guancia. Cercò di capire dove fosse ferita, e con lo zoccolo trovò il taglio.
“Zecora?” la chiamò “qualcosa mi ha tagliato, ma non sto tanto male! Se ci diamo presto un’occhiata sono sicura che starò bene.”
“va bene Twilight! Rimani clama! Tornerò prima che posso!”
Twilight sentì il galoppare di Zecora che si allontanava, poi fu tutto silenzioso.

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Mentre Twilight continuava a stare lì, iniziò a sentirsi stanca. Il sanguinare rallentava, ma non si era ancora fermato, lei non ci faceva troppo caso, ma poi cominciò ad avere la nausea. Si sentiva come se il suo stomaco si stesse attorcigliando dentro il suo corpo. Rimanere così compatta di sicuro non era di alcun aiuto. Twilight cercò di rimettersi in piedi, ma siccome stava scivolando si aggrappò al tronco dell’albero e si fermò. Da quel momento non si mosse.
Molto presto la nausea divenne più forte, e lei non riusciva più a resistere. Raggiunse il suo stomaco che emetteva degli spasmi. Si sentiva molto grata di non aver preso niente oltre al the di Zecora quella mattina.
Più il tempo passava, più la situazione peggiorava. Twilight era esausta e il suo corpo attendeva costante il vomito, e iniziò a sudare freddo. Sentiva una terribile pressione sul retro della testa che pulsava insieme al battito del suo cuore. Il dolore si diffuse anche a sinistra della testa e in un punto vicino all’occhio destro. La luna aveva aveva già iniziato ad alzarsi in cielo prima che Twilight sentì un suono provenire da dietro di se.
“Zecora…” la chiamò debolmente, allungando la sua testa dietro, “cosa ti ha fatto impiegare così tanto?” in quella posizione imbarazzante, Twilight riusciva a vedere solo il passaggio con la coda dell’occhio. Pensava di aver visto le pallide strisce di Zecora sotto la luce della luna, ma un attimo dopo la figura se ne stava andando, “Zecora? Dove stai andando? Mi sento male. Molto male. Penso che ci sia qualcosa che non va.” Non ci fu risposta.
“Zecora!” gridò Twilight in frustrazione, peggiorando il suo malessere. La sua testa pulsava per lo sforzo, che causò un’intensificazione della sua nausea. Si arricciò intorno all’albero quanto poteva. Erano ben dieci minuti pieni che Zecora se ne era andata.
“Twilight!” chiamò lei, riapparendo dal passaggio, tenendo una lunga corda in bocca.
“dov’eri andata?” chiese Twilight, non essendo abbastanza forte per essere arrabbiata.
“sono tornata a casa a prendere la corda. Non ti ricordi le parole che ti ho detto?”
“no, voglio dire proprio ora. Perché sei corsa via così all’improvviso?”
“ti senti bene?” chiese Zecora con sospetto, “io sono appena tornata.”
“ma…pensavo di aver visto-” Twilight sentì il suo stomaco barcollare. Era una sensazione terribile “no, non mi sento bene. Per favore tirami su,” disse velocemente, cercando di spiegare. Pochi secondi dopo la corda atterrò verso di lei. Prese la corda con i denti e dopo qualche difficoltà, era di nuovo sul sentiero.
“Twilight, qualcosa non va?” chiese Zecora in allarme mentre la guardava. Era orribilmente pallida, senza dimenticare che metà della sua testa era ricoperta di sangue e terra.
“non lo so” rispose, “ho cominciato a sentirmi male pochi attimi dopo che te ne eri andata e….è diventato sempre peggio. Ho bisogno di andare a casa.”
“no no, non permetterò che tu attraversi la foresta in queste condizioni. Non tutta da sola,” disse Zecora, raggiungendola velocemente e permettendole di appoggiarsi a lei, “questa notte starai a casa mia. Ho delle medicine che ti aiuteranno,” Twilight annuì e accettò di appoggiarsi a Zecora senza dire nulla. Ella voleva soltanto uscire da quel posto il prima possibile.
Dopo poco, la porta della casa di Zecora si aprì. Twilight zoppicò dentro e iniziò a disfare la borsa. Aveva bisogno di sdraiarsi. Zecora la aiutò.
“è un miracolo che la borsa non si sia rotta nella caduta,” disse Zecora, sollevando il peso dalla schiena di Twilight, “sarebbe stato un disastro se-”
All’improvviso Zecora saltò indietro, e fece cascare la borsa per terra, “jua na mwezi kulinda mimi!” gridò lei “pepo wabaya fujo si hii nyumbani!”
“cosa?” disse Twilight in concerto, girandosi per capire cosa avesse messo Zecora nel panico. Al suo lato c’era una grossa macchia gialla che prima era nascosta.
“è il frutto pauroso! Veloce Twilight, mettiti a terra e non ti muovere. Ti prendo subito qualcosa da bere.” Zecora prese cautamente la borsa di Twilight e la tirò sul focolare, che iniziò a bruciare.
“cosa? Perché? Che sta succedendo?” chiese Twilight.
“niente domande!” ordinò Zecora, indicando il punto il punto in cui Twilight doveva appoggiarsi. Twilight non la aveva mai vista così prima. Come si sedette cominciò a sentirsi ansiosa.
“quindi…cosa fanno esattamente i frutti? Oltre a quello che dice la storia?”
“è un veleno,” disse Zecora, mentre prendeva qualcosa dallo scaffale e lo versava in una tazza. Camminò verso Twilight e gliela porse “bevi questo.”
“veleno?” piagnucolò Twilight mentre prendeva la tazza e guardava all’interno. Era pieno di un liquido nero, “è un antidoto?” chiese Twilight.
“rallenterà il veleno, ora bevi!”
Twilight alzò la tazza e strizzò gli occhi mentre versava la sostanza dentro la bocca. Sorprendentemente era senza sapore, ma bruciava e aveva una composizione terribile, come gesso liquido. Riusciva a malapena ad ingoiarlo tutto quanto prima di vomitare. Come lei iniziò a tossire, Zecora alzò la tazza di nuovo sulla sua bocca e le diede uno sguardo severo. Twilight rabbrividì e costrinse se stessa a finire la tazza. Zecora si alzò, prendendo la tazza con sè, poi ritornò con quest’ultima di nuovo piena.
“oh no, ti prego” la supplicò Twilight “basta così.”
“sdraiati di lato,” disse Zecora. Twilight obbedì, la confusione e la paura le stavano causando delle lacrime provenienti dai suoi occhi. Tenendo la tazza di fronte a lei, Zecora capovolse il contenuto sulla macchia gialla “ora come ti senti?” chiese lei, sentendo la fronte e la gola di Twilight.
“non lo so” rispose Twilight, “la pancia mi fa meno male, ma ho freddo, e la mia testa…” Twilight sentì come un senso di disperazione. Prese la sua testa quando le lacrime cominciarono a scendere lungo la sua faccia insanguinata “morirò Zecora?” chiese disperatamente.
L’espressione di Zecora divenne da severa a compassionevole “calmati Twilight,” disse dolcemente. Si alzò di nuovo, ma non tornò per diversi minuti. Quando tornò teneva un’altra tazza piena di quello che per Twilight era il suo the preferito, “un’ultima bevuta,” disse Zecora, mentre metteva una strana polvere all’interno della tazza prima di darla a Twilight, “per calmare il dolore”.
“grazie” singhiozzò Twilight, accettando il the. Lo bevve velocemente, poi appoggiò la testa per terra. Presto si sentì intorpidita, e la sua vista si inscuriva. L’ultima cosa che vidde erano le fiamme tremolanti del focolare.

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Twilight si svegliò tardi il giorno seguente. Si guardava intorno confusa, cercando di capire dove fosse. Alla sua destra c’era una finestra aperta. Era luminoso, e un vento dolce soffiava. Guardò alla sua sinistra, e realizzò che qualcosa le impediva di vedere. Raggiungendolo con uno zoccolo, Twilight capì che un soffice panno era posto sul suo occhio. Si girò dall’altro lato e vide che era ancora nella casa di Zecora, sul suo letto. Zecora stava dormendo per terra vicino al focolare.
Twilight si tirò su. Quando la coperta cadde notò che aveva delle bende anche sul dorso. Gli eventi della notte scorsa sembravano come un sogno. Cercando di fare meno rumore possibile, scese dal letto, ma come fece il primo passo, le sue gambe collassarono improvvisamente. Cercò di aggrapparsi allo scaffale cercando di rimanere in piedi, ma il suo zoccolo prese un vaso di fiori, che cadde e si ruppe emettendo il suo solito crash. Zecora si svegliò per il rumore.
“Twilight! Dovresti riposare!” esclamò lei mentre l’unicorno cercava di rimettersi in piedi.
“mi dispiace.” Disse Twilight. Per qualche ragione non stavano funzionando come dovevano. “che è successo la scorsa notte? Perché non riesco a camminare?”
“sei stata sedata. Eri sotto una grande quantità di stress, così ti ho dato qualcosa che ti avrebbe aiutato a riposare.”
“il…il veleno,” disse Twilight, le memorie cominciarono a tornare alla mente “che è successo? Starò bene?”
Zecora guardava al fianco di Twilight. La sua espressione divenne alquanto truce, “le tue bende devono essere cambiate. Siediti per favore. Dobbiamo parlare.”
Zecora aiutò Twilight a rimettersi a letto, quindi le tolse le bende. Un panno era appoggiato in un altro scaffale, impregnato della stessa sostanza nera della scorsa notte. Zecora tolse la benda vecchia e la gettò nel fuoco.
“era davvero necessario?” chiese Twilight.
“non avevo scelta” rispose Zecora. Mentre prendeva la benda nuova lascio andare un sospiro, la bagnò nel liquido nero, dopodichè la appoggiò delicatamente su fianco di Twilight.
“qualcosa non va Zecora?” chiese Twilight, sentendosi interessata all’amica abbattuta prima ancora di se stessa.
“anche se il processo si può rallentare, il succo del frutto pauroso non ha una cura che io conosca.” Rispose infine, quando finì di arrotolare l benda intorno al dorso di Twilight.
“oh…” disse Twilight, insicura di cosa pensare. All’improvviso vide qualcosa che si muoveva con la coda dell’occhio. Si girò abbastanza in fretta da vedere qualcosa che stava sparendo, al di fuori della finestra, “cos’era quello?” gridò, sentendosi poi spaventata. Poi guardò Zecora, che stava solamente ferma, con uno sguardo triste, “tu non lo hai visto?” chiese nervosamente, “c’era....qualcosa qua fuori!”
“ascoltami Twilight. Il veleno del frutto pauroso non è come un normale veleno. non ha affetto sul corpo dei pony, ma sulla loro mente”.
“…e quindi?”
“causa loro paranoia. Cominciano a non avere fiducia negli amici, sentono di essere osservati e vedono cose che in realtà non ci sono. Non è passato niente dalla mia finestra Twilight Sparkle.”
“ma io l’ho visto! Qualcosa di grosso e bianco. Non può essere stata la mia immaginazione.”
“guarda ancora,” Twilight si girò verso la finestra. Questa volta non c’era nulla, ma questo non voleva dire che prima non c’era qualcosa. Era la stessa cosa che aveva visto la scorsa notte! Twilight cercava di razionalizzare se stessa, poi si girò imbarazzata verso Zecora.
“beh…qualunque pony poteva sbagliarsi guardando una cosa con la coda dell’occhio.” Disse lei, ma la zebra scosse la testa.
“mi dispiace Twilight. Non l’effetto che il frutto pauroso potrebbe avere su di te, ma so solo che d’ora in poi sarà sempre peggio.”
Twilight non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Ci dovevano essere delle risposte. Qualcosa che potesse fare! “beh, se è un veleno, prima o poi uscirà dal mio corpo, no? Non può rimanere per sempre.”
“penso che quello che dici possa essere vero, ma nessun pony è riuscito a farcela per più di un giorno o due.”
“beh, io non sono nessun pony!” disse Twilight, rifiutandosi di accettare il suo fato “ho letto molti più libri di psicologia di qualunque altro pony che conosco. Sono sicura che resisterò molto più di così. Sono sicura che starò bene. Io…ne sono sicura.”
“se è ciò che dici…allora non avrò nulla da dubitare,” rispose infine Zecora, “ma ti prego ascolta il mio avvertimento. Cerca di avvertire subito le amiche a cui tieni tanto di quello che sta succedendo, potrebbero essere le uniche a poterti aiutare.”
“non preoccuparti Zecora. Lo farò. Conosco la forza che possono dare gli amici.”
“giusto,” Zecora annuì, “ma adesso sdraiati. Ho del lavoro che mi attende, e tu devi riposare.” Twilight si rimise sdraiata sul letto. Come Zecora chiuse la porta della casa, le disse dolcemente “dormi bene Twilight Sparkle,” ma Twilight non poteva sentirla. Stava già dormendo.

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Twilight si svegliò molto tardi il giorno seguente. Il sole stava già per tramontare, e i suoi raggi arancioni si insinuavano tra gli alberi. Zecora stava dando l’acqua ad una pianta quando si girò sentendo Twilight che scendeva dal letto.
“hai dormito bene, Twilight Sparkle?”
“si” rispose, “grazie per esserti presa cura di me.”
“nessun problema Twilight, davvero. Ora, vieni con me, ho qualcosa da darti.”
Twilight seguì Zecora fuori dalla porta principale, e come uscì dall’albero, vide che le stava porgendo il totem che teneva sul retro della casa. Zecora le aveva dato uno strato di vernice in modo che la luce arancione del sole sembrava che stesse bruciando. Lo strano pony capovolto sembrava ancora più grezzo di prima.
“che cos’è?” chiese Twilight, camminando intorno al totem.
“è un dono. Un talismano che si dice allontani gli spiriti maligni. Non sono sicura che possa esserti di aiuto, ciononostante vorrei che lo prendessi.”
Twilight non era una di quelli che credevano agli spiriti maligni, ma non poteva di certo rifiutare un dono “grazie,” disse mentre lo appoggiò alla sua schiena. Era sorprendentemente pesante.
“mettilo davanti alla tua porta quando torni a casa. Ti auguro un viaggio di ritorno calmo Twilight, e buona fortuna per i prossimi giorni.”
Twilight sorrise con apprezzamento e si mise in cammino per tornare a Ponyville. si sentiva un po’ di fretta. Dopotutto era un lungo viaggio, e iniziava già a sentirsi nervosa. Sarebbe di sicuro stato meglio se fosse riuscita ad uscire dalla foresta prima di sera. Zecora ritornò alla sua casa e silenziosamente chiuse la porta.
Quando Zecora era fuori dalla sua vista, Twilight rabbrividì. La sensazione familiare di essere segretamente osservata iniziava a spaventarla. Cercava di ignorarla. ”presto sarò a casa”, continuava a pensare, “poi tutto andrà per il meglio,” camminava velocemente lungo il passaggio, sentendo il peso del totem. Non era molto comodo.
Come il sole continuava ad abbassarsi fino a sembrare a nient’altro che ad una scheggia rossa, cominciò a preoccuparsi. Sentiva che sarebbe uscita dalla foresta molto presto, ma gli alberi nodosi della Everfree Forest incombevano ancora attorno a lei. Tutto sembrava strano. Probabilmente il fatto di aver dormito tutto il giorno aveva sfaldato il suo senso del tempo. Come cercava di trovare dei punti di riferimento per orientarsi, vide qualcosa di scuro in mezzo a due alberi. Girò immediatamente la testa verso avanti, non volendo sapere di cosa si trattasse. Ci fu un altro movimento fuori dal suo campo visivo, ma Twilight si morse il labbro e continuò a guardare avanti, aumentando leggermente il passo.
Twilight stava per mettersi a piagnucolare quando il sole era sparito all’orizzonte e l’oscurità cominciava a riempire la foresta. Era sicura che ormai sarebbe dovuta uscire dalla foresta. Si fermò un momento, cercando di aggiustare il peso del totem, e si guardò intorno. Il passaggio si divideva più volte, ma era sicura di prendere sempre la strada giusta…vero?. Ma certo che era la strada giusta. Avrebbe dovuto proseguire la strada che stava percorrendo, e sarebbe uscita dalla foresta proprio vicino alla casetta di Fluttershy, sana e salva, esattamente come programmato.
All’improvviso si spezzò un ramo e Twilight fece un salto. Doveva continuare a muoversi. Subito dopo un cespuglio si mise a sfrusciare e Twilight saltò di nuovo, “smettila Twilight!” disse a se stessa, “non c’è niente qui. Ti stai rendendo ridicola!” ma nonostante i suoi sforzi fece un altro salto quando sentì un altro rumore. Il suo cuore cominciava a battere forte. Voleva tornare a casa. Con questi pensieri in testa aumentò il passo ad un piccolo galoppo. Anche se alla velocità a cui stava andando il totem strusciava sulla sua schiena ancora più scomodamente, non rallentò fino a quando la strada non si divise di nuovo. Era in quel momento in cui doveva pensare a dove andare che sentì un inconfondibile rumore di zoccoli dietro di lei.
Twilight congelò, le sue orecchie girarono immediatamente verso quella direzione. Sperava che se avesse smesso di sentire, allora il rumore se ne sarebbe andato, ma non successe. Il sottile inconfondibile rumore di cheratina che toccava la terra si avvicinava sempre di più.
“non è reale” sospirava Twilight “è solo la mia immaginazione,” raccogliendo tutto il suo coraggio, Twilight si schiarì la gola, “posso aiutarti?” disse. Non ci fu risposta, ma il sottile rumore continuava. Le pupille di Twilight si dilatarono e il suo corpo le iniettò una dose di adrenalina nel suo sistema. Iniziò a girarsi lentamente; un ultimo tentativo disperato per dimostrare a se stessa che non c’era nulla, che era tutto uno scherzo crudele che la sua mente le stava giocando.
Come Twilight si girò lo vide. Era troppo buio per capire cosa fosse. Nero su nero, solo la sagoma di qualcosa che incombeva su di lei, ma era più che sufficiente. Twilight urlò di terrore e scattò lungo il passaggio. Non sapeva quale strada aveva preso. Sapeva solo che era spaventata, e doveva andarsene. Anche se correva le ombre sembravano raggiungerla. Ogni radice sembrava attorcigliarsi per prenderla e trascinarla nell’oscurità. Ogni stella che si intravedeva tra gli alberi sembrava un occhio che la osservava. Nel panico Twilight quasi non notò la luce tremolante di un fuoco in lontananza, ma quando lo vide diventò l’unica cosa di cui le importava. Un fuoco significava che qualche pony era lì. Che qualche pony poteva aiutarla.
Senza prestare più attenzione ad uscire dalla foresta, quanto piuttosto di andarsene, Twilight uscì dal passaggio e si insinuò tra gli alberi per andare incontro alla luce. Inciampò in un ramo caduto, slogandosi la caviglia. Urlò per il dolore proveniente dalla sua gamba, ma non rallentò. Era quasi arrivata. Come si avvicinò alla luce, Twilight vide che gli alberi le aprivano il passaggio. Dopo di essi poteva vedere una piccola staccionata di legno. La staccionata attorno alla casetta di Fluttershy. Alla vista di ciò lacrime di gioia stavano per scorrere. Si tuffò in mezzo a due alberi, ed era finalmente fuori. Il sollievo di essere uscita dalla Everfree Forest aveva appena cominciato a formarsi quando, qualcosa la prese a metà del salto. Era disorientata dal fatto che era bloccata a mezz’aria, girandosi e cadendo sulla cima del totem.
“no!” esclamò, respirando pesantemente. Il suo occhio sbendato sembrava rimbalzare intorno al suo cranio mentre cercava di capire da dove veniva l’aggressione, ma non trovò nulla. si rimise in piedi, imbarazzata e agitata. Non successe nulla. quando finalmente iniziò a calmarsi, notò che uno degli alberi al confine della foresta aveva una radice che sporgeva.
Diversi pensieri le vennero in mente, e velocemente sganciò la cintura che teneva il totem. Era danneggiato sul fondo, vicino allo strano pony capovolto. A quanto pareva nulla l’aveva presa quando saltò fuori dalla foresta. Probabilmente i suoi occhi avevano confuso la distanza di dove era posto l’albero, e il totem aveva colpito la radice.
Quando Twilight si alzò, guardando il dono danneggiato, iniziò a chiedersi se avesse davvero visto qualcosa che la seguiva nella foresta. Sentiva di essere certa che qualcosa la stava seguendo e volesse prenderla. Ripensandoci però…non ne era più sicura. Twilight non sapeva spiegarsi il perché, forse era solo l’adrenalina, poi finalmente realizzò quanto si fosse fatta male (non solo per la caviglia slogata, ma perché la caduta sul totem le aveva lasciato un livido sulla schiena), oppure era solo l’insicurezza che sentì non sapendo se poteva fidarsi di ciò che aveva visto, ma improvvisamente si sentì molto stanca. Twilight cadde dolcemente sulle sue ginocchia e iniziò a piangere.
Tra ansimanti sospiri e disperati tentativi di riprendere fiato, Twilight non sentiva che un pony si stava avvicinando dietro di lei. Non si accorse di nulla fino a quando non sentì uno zoccolo che le toccò la spalla, a quel puntò capì che c’era qualcuno.
“stammi lontano!” gridò, girandosi intorno, il pony guaì e saltò indietro prima che Twilight capì chi fosse. quando si girò sentì il dolore provenire dalla sua schiena, e ciò le impediva di reggersi in piedi. Inciampò leggermente, aspettando che l’indolenzimento si placasse, “mi dispiace…Fluttershy” mormorò coi denti che digrignavano per il dolore, “non sapevo che fossi tu.”
“chi pensavi che fosse?” rispose Fluttershy con tono allarmato, i suoi occhi si fermarono momentaneamente sulle varie ferite di Twilight. L’unicorno era spaventato, esausto, e in pena. Non voleva spiegare tutta la sua situazione a Fluttershy. Voleva solamente andare a casa.
“mi potresti aiutare a raggiungere la libreria?” chiese Twilight. Fluttershy era ancora confusa, ma annuì leggermente e si avvicinò per aiutarla.
“grazie,” disse Twilight in sollievo mentre si avvicinavano alla casetta di Fluttershy, “se potessi prendere quel totem per me, te ne sarei grata.”
“quale totem?” chiese Fluttershy, poi si fermò e si girò per vederlo. Come lo vide il pegaso fece un passo indietro.
“che succede?” chiese Twilight.
“ripensandoci…forse dovrei restare qui. Sono sicura che puoi farcela anche da sola. La libreria non è…troppo lontana dopotutto.”
“aspetta, cosa?” richiese Twilight mentre Fluttershy si stava dirigendo verso la porta della casetta, “Fluttershy! Sto male! Ho bisogno del tuo aiuto! Torna indietro!”
“mi dispiace!” squittì Fluttershy mentre entrava dentro casa, “mi dispiace! Solo…tieni quella cosa lontana da qui.”
“Fluttershy…ti prego…” Twilight sentiva altri mi dispiace dalla sua amica mentre chiudeva la porta. Pochi secondi dopo la luce all’interno si spense. Come poteva lasciarla così, da sola al buio? Quella non sembrava per niente Fluttershy. O magari lo era…..
Come Twilight si girò verso la foresta per ricordare ciò che era successo, le vennero in mente diverse cose. Probabilmente qualunque cosa il frutto pauroso stesse facendo a lei, lo faceva diventare molto peggio di quel che sembrava. Probabilmente stava lasciando che la paranoia prendesse il controllo su di lei. Era probabile che fosse così. Twilight aspettò qualche altro minuto, sperando che la luce all’interno della casetta si riaccendesse, ma non accadde. Zoppicò verso il totem, sentendosi tradita, ma cercava di ignorare questa sensazione, e prese con la bocca la cintura legata al totem. La trascino dietro di se mentre si incamminava lentamente per le strade buie di Ponyville, da sola.


THE SLENDER MANE
Capitolo Terzo


La porta della libreria scricchiolò dolcemente quando Twilight la spinse per aprirla. Senza infastidirsi nel richiuderla, lasciò andare il totem e cadde a terra. Era in uno stato terribile. Stava per accettare l’idea di dormire proprio lì, ma il soffice letto la chiamava, e costrinse se stessa a tornare in piedi.
Si incamminò verso la scalinata che portava alla sua stanza e cominciò a salire, ma guaì di sorpresa quando colpì qualcosa con la zampa accidentalmente. Sentì un dolore affilato quando il bordo frastagliato dell’oggetto aveva colpito la sua pelle, tagliandola. Fece un veloce passo indietro, solo dopo realizzò che il totem era ancora lì accanto a lei.
Twilight sollevò la zampa anteriore vicino alla sua faccia per ispezionare il taglio. Non era serio, ma non era nemmeno pulito. Ci avrebbe messo un po’ a rimarginarsi, e peggio ancora avrebbe potuto lasciare una cicatrice. Fissò molto arrabbiata il totem. Era la seconda volta che le aveva fatto male oggi. Se non lo conoscesse meglio avrebbe detto che era maledetto.
Twilight prese il totem e lo mise in piedi per cercare di capire quale parte l’avesse tagliata. Usò il suo corno per fare un po’ di luce in mezzo a tutto quel buio. Quasi immediatamente fu chiaro quale parte era la causa della ferita. Quando la luce del corno passò verso lo strano pony, notò una sottile linea di sangue dove l’albero di prima l’aveva scheggiata. Twilight notò con stupore che la macchia faceva sembrare che il pony indossasse una cravatta rossa. Ma non era il momento di pensare a certe cose.
Con maniere incuranti, Twilight tirò il totem sul tavolo più vicino se salì le scale. Non guardò neppure quando il totem rotolò giù sbattendo per terra, inoltre il suo continuo rotolare generava nella mente di Twilight immagini di altre cose che potevano emettere quel rumore. Twilight ignorava totalmente quei pensieri. Prima si sarebbe messa a letto, prima avrebbe potuto dimenticare tutto questo.
Quando Twilight entrò nella camera da letto vide Spike addormentato ai piedi del suo letto. Questo la fece sentire un po’ meglio. Almeno qualcuno si stava comportando normalmente. Più dolcemente che poteva, camminò vicino a lui in punta di piedi e strisciò sotto le coperte. Chiuse velocemente gli occhi e coprì la sua testa sul cuscino. Pochi minuti dopo iniziò a rilassarsi. Una sensazione che sembrava ormai quasi sconosciuta. Man mano che i minuti passavano, era sempre meno all’erta, il suo respiro si calmava, e presto si addormentò

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Gli occhi di Twilight si aprirono di scatto. Qualcosa l’aveva svegliata, ma non sapeva cosa. Aveva la sensazione che qualche pony fosse lì. Non si azzardava a muoversi. Come i suoi occhi scannerizzavano la stanza, notò un’ombra che si allungava per terra. La luce lunare che veniva da una delle finestre della sua stanza mostrava che qualunque cosa potesse essere, era dietro di lei. Dalla forma assomigliava ad un pony, ma non poteva esserlo. Twilight rimaneva sdraiata, sperando che se ne andasse, ma non lo fece. Fece un guaito soffocato di sorpresa quando vide l’ombra muoversi.
Twilight chiuse gli occhi e iniziò a girarsi lentamente. Qualunque cosa fosse non poteva essere reale. Doveva per forza essere un’allucinazione. Se avesse potuto confermare la sua non-esistenza, allora non ne avrebbe più avuto paura, e tutto sarebbe finito bene. Il tempo sembrava allungarsi mentre si girava verso la finestra. Il suo istinto le diceva di correre, ma decise di affrontarlo. Presto finì di girarsi. Abbracciò il suo cuscino molto stretto a sé , e in un singolo movimento si alzò dal letto e aprì gli occhi. Quello che vide le causò un forte brivido di terrore lungo la sua spina dorsale.
La silhouette nella luce fuori dalla finestra era proprio quella di un pony. Anche se la sua testa e il suo corpo erano delle dimensioni di un pony normale, era alto come Celestia, forse di più, in piedi sulle sue innaturalmente lunghe zampe snelle. La sua pelliccia sembrava molto più scura dell’oscurità attorno a sé. La sua testa era completamente calva. La luce che circondava la sua silhouette rivelò che la sua pelle era cadavericamente pallida. Era lo stesso pony del totem. Era Slender Mane. Twilight non riusciva ad individuarne i lineamenti facciali.
Twilight si sedette senza alcuna emozione mentre la scarna figura incombeva su di lei. Quello che stava vedendo non poteva esistere. Doveva dimostrarlo a se stessa. Combattendo contro tutti i suoi dubbi, allungò lentamente uno zoccolo verso di lui. Avrebbe appoggiato lo zoccolo su di lui non sentendo niente, perché non era reale. Sarebbe dovuto scomparire, e lei avrebbe potuto tornare a dormire, e tutto sarebbe andato bene. Come il suo zoccolo si avvicinava, anche Slender Mane allungò il suo, raggiungendo quello di Twilight. Era estremamente inquietante. Quando i loro zoccoli stavano per toccarsi, nelle orecchie di Twilight partì uno strano suono, poi si toccarono.
Una vita di terrore passò nella mente di Twilight. Vide sua madre appesa a delle catene sul soffitto della sua stanza di quando era piccola. Vide le sue amiche giacere senza emozioni nelle affollate strade di Ponyville, mentre dei vermi guizzavano dalle loro carni. Vide Celestia che chiedeva pietà mentre stava per essere schiacciata da due lastre di pietra che si muovevano verso di lei, e molte altre cose terribili. Solo dopo aver visto tutto quello Twilight si rese conto che stava urlando. Saltò fuori dal letto, ma quando lo fece Slender Mane si avvicinò, i suoi zoccoli cercavano di prenderla di afferrarla di nuovo. La sua pelle divenne viscida e fredda come quella di un morto. Twilight doveva scappare.
“SPIIIIIIIIIIKE! SPIIIIIIIIIIIIKE!” gridò Twilight mentre si allontanava da quell’orribile mostruosità. Nella fretta di scappare non guardò dove stava andando e presto si ritrovò contro il muro della stanza. I suoi muscoli si tesero per prepararsi all’impatto, urlò di nuovo quando atterrò parzialmente sul tavolo al di sotto di lei, l’angolo la colpì proprio sul punto in cui c’era il livido sulla sua schiena.
“cosa?....Twilight?!” gridò Spike, che saltò subito fuori dal letto “che succede?”
“accendi le luci Spike!” gridò Twilight in preda al dolore e alla paura. Spike obbedì immediatamente, lanciando una fiammata alla lanterna appesa al muro. Quando tutta la stanza venne illuminata, Twilight riuscì a vedere chiaramente la figura di Slender Mane.
La sua pelle non era solo pallida, ma anche malaticcia. Sembrava morbosa, e aveva la stessa tinta gialla del succo del frutto pauroso. La ragione per cui Twilight non poteva vederlo in faccia è perché non aveva alcuna faccia. Qualunque segno dove avrebbero potuto esserci degli occhi o una bocca non c’era. Sembrava solamente della pelle morta attaccata alle sue ossa. La pelliccia sul suo petto era sporca di un sangue rosso scuro, in una macabra imitazione dell’immagine del totem. Tuttavia non si stava più avvicinando verso Twilight. Ora stava solamente fermo in silenzio sul letto, guardando ad un preoccupato Spike.
“che ti è accaduto Twilight? Dove sei stata? Che sta succedendo?”
“guarda dietro di te Spike!” gridò Twilight, ancora con troppo dolore per rimettersi in piedi, “non lasciare che ti tocchi!”
Spike si girò proprio verso Slender Mane, poi si rigirò verso Twilight ancora più confuso di prima, “non devo lasciarmi toccare da chi? Ti prego Twilight. Dimmi che sta succedendo!”
“tu non…non lo vedi?”
“vedere chi?!”
“tu non….ma io pensavo….” Twilight balbettò. Spike scese le scale e poco dopo era vicino a lei per aiutarla ad alzarsi.
“da dove vengono tutte queste fasciature?” chiese lui “il tuo occhio è ok?”
“è…è successo da Zecora” continuò a mormorare Twilight, il suo sguardo era fisso sull’abnorme figura di fianco al suo letto.
“Zecora ti ha fatto questo?” disse Spike con sorpresa.
“no! No, lei mi ha aiutata. È successo…prima.”
Spike le diede un’altra occhiata confusa, “beh, sono contento che tu stia bene, ma penso che dovresti proprio riposarti. Ti stai comportando come una matta.”
Twilight cercava di resistere a Spike che la stava spingendo la schiena di sopra, ma sembrava fin troppo forte per essere così piccolo. Come venne forzata ad avvicinarsi a Slender Mane, le immagini che Twilight aveva visto nella sua mente diventavano sempre più nitide. Il suono si fece sentire di nuovo. Presto ci fu soltanto un letto a dividerli.
“ecco fatto Twilight! Ora riposati e vedrai che doman- whoa, ehi, ma stai piangendo?” era così. Non riusciva a smettere. Quando era piccola aveva paura del buio. Sua madre veniva sempre nella sua stanza e le diceva che andava tutto bene. Se si svegliava durante la notte, lei era sempre lì a vegliare su di lei. Ora quella memoria era contaminata dalle visioni causate dal pallido pony. Il comfort si trasformò in paura. Tutto quello che vedeva sembrava…così reale. Non sarebbe mai riuscita ad immaginare da sola delle cose così terribili.
“no no no. Tu non capisci Spike. Non posso andare a dormire. Ti prego non-” Twilight squittì.
“tu devi riposare, Twilight!” insistè Spike, dandole uno spintone per metterla a letto.
“no!” esclamo, aspettandosi che Slender Mane l’avrebbe attaccata di nuovo, ma non lo fece. Egli rimaneva fermo al suo posto. Ogni tanto spostava il suo peso leggermente.
Spike si lasciò scappare una risata nervosa, “non riuscirai a farmi cambiare idea Twilight. Posso essere cocciuto quanto te, lo sai. Diventi sempre emotiva quando sei stanca. Hai solo bisogno di dormire, tutto qua. Ora sdraiati, e se proprio non riesci a dormire…ti preparerò qualcosa di caldo. Qualunque cosa ti preoccupi, possiamo lavorarci su domani, ok?” Spike si avvicinò alla lanterna e la spense. Appena si fece buio si avviò verso il suo letto, avvicinandolo leggermente verso Twilight prima di entrarci dentro.
“vedrai che starai bene Twilight….va bene?” chiese Spike, ma lei non rispose.
Nell’oscurità, Twilight guardò ancora verso Slender Mane. La sua testa era girata verso di lei. Anche se non aveva occhi, sentiva che la stava fissando attentamente. Twilight non si muoveva. Non sapendo in cosa credere, strisciò agitata sotto le coperte. Il suo cuore batteva così forte che pensava che le avrebbe rotto le costole.
Twilight rimase sveglia per ore. Gli unici movimenti che emetteva erano i suoi brividi per la paura. Gli unici rumori che generava erano quelli di incontrollati singhiozzii. Non aveva mai pianto così tanto in tutta la sua vita. Non c’era niente che la confortava. Sono orribili immagini che riempivano la sua mente. Quando la luna iniziò a scendere l’ombra di Slender Mane si allungava ancora di più, e ciò le pareva che si stesse torreggiando sempre di più su di lei. Solo quando il corpo di Twilight fu completamente esausto, e la luna era ormai agli estremi, si addormentò.

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Twilight aprì gli occhi. Il sole stava apparendo all’orizzonte. Nonostante fosse esausta doveva dormire ancora. La prima cosa che notò fu che Slender Mane se ne era andato, e ciò la rilassava. Come si alzò dal letto, vide che Spike non c’era. Per una volta si era svegliato presto.
“Spike?” chiamò, “devo parlarti! Ma dove-” all’improvviso si fermò. Notò che la benda che le copriva l’occhio era sparita. Si guardava intorno per vedere se le era caduta durante la notte, ma non era da nessuna parte. Mentre cercava notò che anche la benda che le avvolgeva il dorso era sparita.
“ma che?” disse a se stessa. Forse Spike le aveva rimosse mentre dormiva? No, era una sciocchezza. Era impossibile che fosse riuscito a toglierle senza che se ne accorgesse. Guardò per tutta la stanza, ma non c’era neanche un segno della loro presenza. Confusa, Twilight decise di andare verso il bagno. Come cercò di aprire la porta vide che era bloccata.
“Spike?” chiamò, bussando varie volte. Non ci fu risposta. Si girò indietro quando sentì di nuovo quella sensazione di essere osservata. La casa sembrava vuota. Twilight agitò la porta e bussò più forte, ma continuava ad esserci solo silenzio. Iniziava a preoccuparsi. Il suo corno si illuminò cercando di sbloccare la porta dall’altro lato. Dopo pochi secondi, aveva la certezza che la porta si era sbloccata. Provò ad aprirla di nuovo, ma non voleva proprio muoversi. Come ultima risorsa, Twilight si girò di scatto e colpì la porta più forte che poteva. Non era forte come altri pony, ma dopo pochi colpi sentì il suono del legno che si rompe e la porta oscillò un pochino.
Era buio dentro. Twilight cercava di spingere un po’ di più la porta in modo da far entrare un po’ di luce, ma continuava a non volersi muovere. Dopo qualche sforzo decise di provare a passare dalla fessura che era riuscita a creare e entrò nel bagno. Twilight si guardò intorno. Uno dei suoi sgabelli del piano di sotto era stato posizionato sulla porta per bloccarla. Tutti i suoi asciugamani erano impilati accanto al muro. Erano intinti di qualcosa di scuro.
Twilight prese lo sgabello le lo rimosse dalla stanza, a quel punto la potè illuminare. Ma quando lo fece si pentì di averlo fatto. Il bagno illuminato ora aveva tutta un’altra atmosfera. Gli asciugamani che alla luce fioca sembravano marroni, ora erano rossi. Lo specchio era rotto. All’angolo c’erano pezzi di vetro, inoltre notò con crescente disagio che anche su di esso c’erano degli schizzi rossi. Era impossibile che avesse dormito pensando a quello che poteva essere successo, non importa quanto fosse stanca. Si avvicinò per esaminare meglio e urlò di sorpresa quando le macchie si mossero con lei. Sgranò gli occhi quando vide che ora la macchia che era sullo specchio era ora sulla sua pelliccia.
“Spike?!” gridò Twilight. Corse verso il lavandino per cercare di pulirsi il sangue di dosso.
“Spike!” gridò di nuovo sotto il suono dell’acqua che scorreva. Non riusciva a pulire la macchia con lo zoccolo. Aveva bisogno di qualcosa di meglio, come uno straccio, o un asciugamano. Si girò verso la pila accatastata e pensò di usare uno di quelli, ma poi pensò che fosse un’idea nauseabonda e ritornò verso lo specchio. Quando lo fece, vide qualcosa muoversi nella doccia dietro di lei.
Twilight prese un pezzo di vetro con lo zoccolo e iniziò a girarsi intorno, pronta ad affrontare qualunque cosa ci fosse con lei, ma non trovò nessuno. Sbirciò lo specchio con la spalla, ma qualunque cosa ci fosse prima, ora non c’era.
“che sta succedendo?” si chiese Twilight, mentre abbassava il coccio di vetro.
All’improvviso sentì una voce provenire dal piano di sotto, “Twiliiiiiiiiiight!” chiamò, “sei qui dentro?” la voce apparteneva a Pinkie Pie. Twilight si sorprese e fece cadere il coccio di vetro per terra, dove si ruppe in vari pezzi.
“svegliati dormigliona!” disse Pinkie Pie, seguita dal suono dei suoi zoccoli mentre saliva le scale. Pinkie Pie non doveva assolutamente vedere tutto quello. Twilight prese uno degli asciugamani insanguinati, lo bagnò con l’acqua e incurante delle macchie su di esso, lo strofinò vigorosamente su di se per far sparire le macchie di sangue che la coprivano. Twilight uscì dal bagno e sbattè la porta nello stesso istante in cui Pinkie Pie aprì la porta della sua stanza.
“eccoti Twilight!” disse Pinkie Pie, saltellando su e giù.
“ehi Pinkie!” rispose Twilight, “stavo solo…pulendo. Che cosa fai qui?”
“ho delle notizie super eccitanti. Ti ricordi che ieri ti sentivi super avvilita?”
“uuuhm…beh…credo di si, ma tu come sai che-”
“beh, pensavo di trovare un modo per tirarti su di morale, e così ho avuto una super idea!”
“e che cosa dovrebbe essere?”
“è una sorpresa!” disse un’eccitata Pinkie Pie.
“è una festa?”
“fooooorse…”
“ascolta Pinkie, non mi sento proprio dell’umore adatto per una festa ora. Ho un sacco di problemi che devo risolvere.”
“lo so!” disse Pinkie Pie, “ecco perché questa…sorpresa è così speciale!”
“cosa intendi con speciale? Cosa vuoi dire che lo sai? Chi te lo ha detto?” chiese Twilight.
“perchè….tu me lo hai detto, sciocchina! Beh, non direttamente, ma ci ho pensato, e mi sono fatto dire da Spike il resto.”
“tu sai dov’è Spike?!” chiese Twilight, dimenticando momentaneamente le sue altre domande.
“si,” rispose Pinkie.
“dove? Devo parlargli urgentemente!”
“beh, se vuoi sapere dov’è devi venire con me…vuoi?”
A Twilight non piacque il modo in cui Pinkie Pie disse quest’ultima frase. Non gli piacque che lo disse così lentamente e chiaramente, non gli piacque quando mentre lo diceva smise di saltellare, e specialmente non le piacque il fatto che lo disse mantenendo il sorriso e guardandola dritto negli occhi.
“cosa…che cosa hai fatto?” chiese Twilight.
“è una sorpresa.”
All’improvviso Pinkie Pie ritornò a saltellare, “andiamo Twilight!” disse mentre saltellava fuori dalla porta. Twilight non voleva andare. C’era qualcosa di sbagliato in tutto ciò, ma doveva sapere dov’era Spike. Voleva sapere che era tutto ok. Incontro a tutti i suoi giudizi, seguì Pinkie fuori dalla porta e scese le scale. Come scese al piano inferiore per uscire dalla casa, notò che mancava qualcosa.
“dove è finito il totem?” chiese Twilight mentre scannerizzava il terreno per vedere se fosse rotolato sotto qualcosa. Non lo trovò.
“quale totem?” chiese Pinkie Pie, “non ho idea di cosa tu stia parlando!”
“era nero, c’erano delle incisioni di…pony su di esso. Me lo aveva dato Zecora giusto ieri! Dove è finito?”
“foooooorza Twilight,” canticchiò Pinkie Pie mentre saltellava fuori dalla casa.

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Come Twilight seguì Pinkie Pie per le strade di Ponyville, iniziò a sentirsi ansiosa. Pensava di vedere il pallido volto di Slender Mane in ogni finestra buia e dietro ogni angolo, ma quando ci guardava di nuovo non c’era mai nulla. gli altri pony sembravano camminare intorno a lei impedendole di muoversi. Twilight fece un salto quando Pinkie Pie parlò di nuovo.
“ehi Twilight!” intervenne Pinkie, “ti ricordi ieri quando noi-”
“no, Pinkie Pie. Non me lo ricordo. Non ci siamo nemmeno visti ieri.”
“si invece sciocchina. Eri triste, così abbiamo preso dei gelati, poi siamo andati dal dottore per rimuovere le tue bende, poi mi hai detto che dovevi andare da Fluttershy per qualcosa e- qualcosa non va?”
Twilight smise di camminare, “come sai delle mie bende?” chiese, “sono venuta a casa e poi sono andata subito a letto. Non ti ho visto fino a questa mattina. Non c’è alcuna possibilità che tu sappia delle mie bende, a meno che…che giorno è oggi?”
“è venerdì!” disse Pinkie Pie, “ora vieni, non possiamo fare tardi!”
Non era possibile. Era martedì quando era andata da Zecora. Aveva passato la notte lì. Quindi ripartì verso casa di mercoledì. Sarebbe dovuto essere giovedì oggi. In qualche modo aveva saltato un giorno. Cosa era successo? Perché non ricordava niente?
“uhm…Pinkie?”
“si Twilight?”
“non mi sento molto bene. Devo andare a casa.”
“non puoi andare a casa! E la tua sorpresa?”
“non credo che potrei reggere altre sorprese ora.”
“non fare la guastafeste! Ci siamo quasi!” disse Pinkie Pie, indicando la pasticcieria. Prese lo zoccolo di Twilight e la trascinò per il resto della strada. Quando aprì la porta Twilight guardò dentro. Era buio.
“cos’è?” chiese Twilight.
“entra e scoprilo!”
Twilight entrò, e Pinkie la seguì da vicino. Quando furono entrambe dentro, Pinkie Pie sbattè la porta e la stanza divenne totalmente buia.
“ehi!” gridò Twilight sorpresa, “che stai facendo?”
Non ci fu risposta.
“Pinkie?” la chiamò di nuovo. Ancora nulla. come Twilight rimase ferma nella stanza giurava di vedere dei movimenti con la coda dell’occhio, ma quando ci guardò direttamente, tutto si fermò. Poi iniziò a sentire dei rumori, come di qualche pony che si stava nascondendo da qualche parte. Tuttavia non riusciva a capire da dove proveniva.
“Pinkie? Potresti accendere le luci?” chiese nervosamente. Nessuna risposta. Pochi secondi dopo sentì di nuovo quei rumori.
“accendi le luci Pinkie!” disse istintivamente mentre cercava di riaprire la porta. Purtroppo era bloccata.
“accendi le luci!” gridò mentre cercava di armeggiare col lucchetto. Sapeva che era lui di nuovo. Doveva assolutamente uscire subito. Twilight iniziò ad agitare la porta in preda alla disperazione, “accendi le luci! ACCENDI LE LUCI!”
All’improvviso le luci si accensero e dozzine di pony saltarono fuori dai loro nascondigli. Twilight urlò e si girò intorno per vedere Pinkie Pie e il resto delle sue amiche in piedi vicino ad altre facce familiari. Uno striscione dietro di loro diceva, “ti vogliamo bene Twilight.”
“scusa Twilight!” esclamò Pinkie Pie, trottando verso di lei con una fetta di torta, “alcuni dei pony non erano al loro posto, e dovevamo spostarli. Non volevo spaventarti! Benvenuta alla tua festa!”
“dopo che abbiamo visto quanto ti stessi comportando stranamente ieri abbiamo pensato tutti di provare a tirarti su di morale,” disse Rainbow Dash mentre volava altrove, “avevo detto a Pinkie Pie che una festa era una brutta idea.”
“ma è la sua festa!” insistè Pinkie.
“dov’è Spike?” chiese Twilight, cercando di calmarsi.
“oh, è in cucina. Mi ha aiutato a fare la torta. Ti piace?”
Quando Twilight diede un morso alla fetta di torta che Pinkie Pie le aveva dato, l’immagine delle sue amiche che venivano divorate dai vermi riaffiorò nella sua mente. Cercò di resistere alla sensazione del vomito e ne ingoiò un boccone intero.
“è buona.”
“beh, ce ne ancora molta se la vuoi!” disse Pinkie Pie mentre saltellava via.
“cerca di calmarti Twilight,” disse Rainbow Dash quando le diede una pacca sulla schiena. Twilight si ritrasse. Aveva dato una pacca proprio dove c’era il livido. Rainbow Dash volò sulla pista da ballo, mentre Twilight si guardava intorno. Notò che tutti i suoi amici erano lì…..tranne uno.
“dov’è Fluttershy?” chiese, ma nessuno rispose.
“vieni a ballare!” disse Pinkie Pie, ma Twilight scosse la testa.
“penso che mi siederò un po’” rispose, guardandosi intorno sospettamente. Il rumore che sentiva nelle sue orecchie quando vide Slender Mane era tornato e non voleva smettere…
Quando si assicurò che Spike stava bene, Twilight si diresse al tavolo all’angolo e si sedette. Mentre la festa continuava, le sue amiche venivano da lei per cercare di sollevarle il morale. Ma non ebbero successo. Più a lungo stava lì peggio si sentiva. Fluttershy non si fece mai vedere, e nessuno l’aveva vista da ieri. I rumori e la folla la facevano sentire sociofobica. Stava diventando una cosa insopportabile, e così si alzò per andarsene. Stava per avviarsi alla porta quando Pinkie Pie la intercettò.
“te ne stai andando?” chiese.
“ho solo….ho solo bisogno di uscire un attimo.”
“wow,” rispose Pinkie Pie, “devi proprio sentirti poco bene. Qualcosa non va?”
Twilight non voleva spiegare tutta la storia proprio all’entrata, ma sentiva che se non lo avesse detto a qualche pony, sarebbe diventata pazza. Avvicinandosi a Pinkie Pie, le sussurrò, “c’è un posto privato dove ne possiamo parlare?”
“beh, c’è la mia stanza di sopra. Di cosa mi vuoi parlare?”
“te lo dirò quando saremo lì” rispose Twilight.
“d’accordo…” disse Pinkie Pie, guardandola confusa. Twilight la seguì su per le scale e dentro la camera da letto. La stanza era perfettamente circolare con qualche finestra messa attorno ad essa. C’era un focolare ad un lato. Twilight si avvicinò ad esso. Pinkie chiuse la porta quando furono dentro.
“allora, cosa ti preoccupa Twilight?”
“Pinkie…” Twilight iniziò quando si girò verso il pony rosa, ma poi si fermò. In piedi esattamente dietro Pinkie Pie c’era Slender Mane. Come Twilight lo vide, il rumore nelle sue orecchie aumentò d’intensità e la sua vista si sfocava. Le orribili immagini ritornavano nella sua mente, riempiendola della stessa sensazione di paura di prima. Slender Mane fece un passo verso Twilight.
Twilight si guardava intorno freneticamente per prendere qualcosa con cui tenerlo lontano. Qualcosa con cui difendersi. Vide accanto al focolare dei ferri per il fuoco, ne prese uno e lo tenne minacciosamente di fronte a lei. Come lo fece, ebbe una strana sensazione di deja vù.
“T-Twilight?” disse Pinkie, facendo un passo indietro e quasi scontrarsi con l’alto pony dietro di lei. Usando le sue lunghe gambe, Slender Mane camminò semplicemente oltre Pinkie Pie e continuava ad avanzare.
“stai alla larga da me!” gridò Twilight, “oh Celestia, non avvicinarti di più!”
“non preoccuparti!” disse Pinkie Pie, un’espressione di angoscia e confusione le copriva il viso, “chiamerò aiuto! Vedrai che andrà tutto bene!” Pinkie aprì velocemente la porta della sua stanza. Come lo fece Slender Man si precipitò verso Twilight.
“NO!” gridò Twilight, saltando e agitando l’oggetto di ferro contro di lui con tutta la sua forza. Ci fu un nauseante scricchiolio quando la punta dell’oggetto si conficcò nella sua coscia. Come si formò il contatto tra i due, altre terribili visioni piombarono su di lei. Erano diverse da quelle che aveva visto. Queste le vide in prima persona. Stava tenendo l’attizzatoio per il focolare, ma era da un’altra parte. Lo stava tenendo verso l’alto, e guardava mentre lo abbassava, poi lo alzava di nuovo, generando delle strisce di macchie di sangue sul soffitto. Lo abbassò una seconda volta, e come lo tirò di nuovo su altre macchie di sangue volavano dalla fine dell’attizzatoio fino al soffitto, Twilight notò che un ciuffo di capelli rosa incastrato su di esso. Non riusciva più a sopportare quella visione e prima di vedersi abbassare l’attizzatoio una terza volta, lo tirò via dal corpo di Slender Mane. Il sangue schizzava ovunque, ma Pinkie Pie non poteva vederlo.
Slender Mane scattò verso Twilight. Un sentimento di terrore le passò attraverso come mai prima d’ora. Fece cadere l’attizzatoio per terra e arretrava più velocemente che poteva, scontrandosi contro una delle finestre a tutta velocità aprendola.
“A-AIUTO!” gridò Pinkie come vide la scena “qualcuno mi aiuti!” pochi secondi dopo si sentì il rumore di zoccoli delle sue amiche che varcavano il portone, con Applejack di fronte al gruppo.
“cosa succede?” chiese. Pinkie indicò verso Twilight.
“dov’è Fluttershy?!” strillò Twilight. Tuttavia non ebbe alcuna risposta. Come disse quelle parole, Slender Mane stava per saltarle addosso. Twilight urlò di terrore e cadde dalla finestra aperta. L’ultima cosa che sentì erano le grida allarmate delle sue amiche. L’ultima cosa che vide era il volto di Slender Mane che la guardava verso il basso. L’ultima cosa che percepì fu la rottura della sua spalla quando toccò il terreno.


THE SLENDER MANE
Capitolo Quarto


Quando Twilight si svegliò stava camminando. Non aveva idea di dive fosse. era in uno straziante momento di dolore. Sentiva una specie di luce diretta, come se fosse in trance. L’unica cosa che riusciva a fare era alzare la testa per guardarsi intorno. Quando lo fece, nella sua vista ci fu una scena familiare. La luna stava sorgendo e di fronte a lei c’era una casetta. Il tetto era ricoperto di muschio e diversi nidi di uccellini erano appesi agli alberi circostanti. Twilight era in piedi di fronte al piccolo ponte che conduceva alla porta della casetta. Attraverso la finestra vide una luce fioca.
“Fluttershy…” cercava di chiamarla quando raggiunse la porta, ma la sua voce era troppo debole. Spinse la porta con la testa, e quella si aprì facilmente. Come entrò, Twilight vide la fonte di luce. Una candela di cera era posta su un piccolo tavolo accanto ad una sedia da lettura. Era quasi bruciata fino alla base. Un libro giaceva aperto sul pavimento.
“Fluttershy…” cercò di chiamarla ancora, ma nessuno rispose. Twilight prese la candela, alzandola per aria. La luce non era molto vasta, ma le permise di vedere degli schizzi di sangue sul soffitto, proprio come nella sua visione. Abbassò la candela, illuminando il pavimento attorno a sé. La fece quasi cadere per la sorpresa quando vide una pozza di sangue asciutto di fronte a lei. Una traccia cremisi portava dalla pozza fino all’oscurità.
Twilight seguì la traccia di sangue, essa portava alla porta sul retro della casetta di Fluttershy, dove si era formata un’altra pozza. Dovette appoggiare la candela per aprire la porta, e quando lo fece una raffica di vento entrò, spegnendo la fonte di luce. Ora l’unica luce era quella della luna. Un raggio di luna si diffuse per la casa quando aprì la porta del tutto, illuminando chiaramente la traccia di sangue. La traccia andava avanti per pochi metri fuori dalla casa, poi si fermava sulla terra. Twilight guardò in lontananza. Poco distante, vicino alla Everfree Forest, vide qualcosa che sembrava fuori luogo. Qualcosa di forma irregolare che sporgeva dal suo ambiente.
In quell’istante sentì uno scricchiolio dietro di sé. Saltò e si girò di scatto, ma quando lo fece, sentì le ossa della sua spalla toccarsi l’una contro l’altra, e il dolore la fece fermare. Girò lentamente la testa verso la porta principale e vide un pegaso blu che conosceva molto bene.
“che cos’è questo?” disse Rainbow Dash, mentre si guardava attorno in orrore “cosa è successo qui?”
“mi dispiace Rainbow Dash. Io non volevo. Ti prego non dirlo a nessuno.”
“tu hai fatto questo?” rispose incredula.
“non ero me stessa. Ero…” la voce di Twilight si spense. In piedi nell’oscurità tra la porta principale e una finestra vicina c’era Slender Mane.
“tu…tu sei pazza Twilight. Nessuno sapeva dov’eri dopo che sei caduta dalla finestra. ti abbiamo cercato dappertutto ed eravamo preoccupate. Ora ti trovo qui e trovo…questo?” Rainbow Dash fece un passo indietro. Lacrime cominciavano a scendere dai suoi occhi. “lei era tua amica Twilight! Come hai potuto? COME HAI POTUTO? Ora tornerò indietro e dirò a tutti ciò che hai fatto, poi loro verranno a prenderti…e riceverai ciò che meriti.”
Come Rainbow Dash si girò per volare via, Twilight gridò, “aspetta!”
“cosa?!” rispose Rainbow Dash nella disperazione, sperando che Twilight potesse dire qualcosa, qualunque cosa per dimostrare che fosse innocente.
“non lasciarmi da sola con lui.”
Rainbow Dash scosse la testa, non capendo. “tu sei già da sola Twilight,” dopodichè volò via nel cielo. Come il pegaso se ne andò, Slender Mane iniziò a muoversi.
Twilight pensò di essere al di la della paura stessa. La disperazione era l’ultima cosa che le era rimasta, ma era forte. Come Slender Mane spinse la porta via dalla sua strada, il corpo di Twilight sentì ancora una volta l’adrenalina. Aveva bisogno di aiuto, ma a chi poteva chiede affidamento adesso? Prese velocemente un foglio di carta e una penna dal tavolo di fianco a lei, si girò e uscì dalla porta sul retro verso la foresta.
Durante la sua corsa il dolore alla spalla era sempre più severo e sentiva in continuazione la sensazione di svenimento, ma non poteva fermarsi. Corse verso qualcosa che aveva visto prima. Come si avvicinò capì che cosa fosse. un oggetto di forma cilindrica, schiacciato per terra a formare un angolo storto. Era nero, e c’erano diversi pony scolpiti su di esso. Era il totem che le aveva dato Zecora. Come fosse arrivato qui era un mistero come il resto di quel giorno.
Quando raggiunse il totem, Twilight si fermò. Il dolore era troppo forte. Non osava pensare a quale danno si era procurata correndo, altrimenti sarebbe svenuta sicuramente. Prese questa opportunità per scrivere una lettera veloce. Sarebbe stata la sua unica possibilità di salvarsi. Giacendo a terra con il foglio di carta iniziò a scrivere.
Cara Princess Celestia…
Mentre continuava a scrivere, sentì uno strano suono. Un silenzioso suono di qualcosa che sta grattando. All’inizio pensava che se lo stesse immaginando. Ma un momento dopo lo sentì di nuovo.
Scratch scratch scratch.
Twilight cercò di ignorarlo. Non aveva molto tempo, ma quando finì la sua breve lettera, lo sentì di nuovo.
Scratch scratch scratch.
Da dove proveniva? Twilight si rimise in piedi e si guardò intorno. Era troppo distinto per essere un comune rumore della foresta. Come si alzò lo sentì di nuovo, ma questa volta sembrava più quiete. Twilight guardò il totem. Stava in qualche modo facendo quel suono? Si avvicinò per vederlo, notando per la prima volta che era rivolto al contrario. Ora Slender Mane era in cima, e metteva Fluttershy…
Scratch scratch scratch.
“oh per Celestia! Fluttershy!” Twilight rimase a bocca aperta. Usando la sua unica zampa sana, scavò disperatamente per te. La terra intorno al totem era sfatta, ciò significava che era già stata scavata prima. Scavò appena pochi centimetri quando sentì con lo zoccolo qualcosa di legnoso. Quando lo raggiunse per un attimo il grattare si fermò, poi divenne frenetico.
Scratchscratchscratchscratchscratchscratchscratchscratchscratch!
Twilight tolse istericamente altra terra per trovare il punto in cui finiva l’oggetto, poi capì che era una scatola grezza. prese la scatola con entrambi gli zoccoli e cercò di tirarla fuori. Non era inchiodata, ma il peso della terra rendeva più difficile il sollevamento. Presto sentì che qualcosa nella sua spalla schioccò. Un nuovo tipo di dolore la colpì e non voleva andarsene. Riuscì tuttavia a rimuovere la scatola dalla terra.
Come aprì il coperchio, Twilight guardò con orrore quello che c’era all’interno. Dentro c’era Fluttershy, legata, imbavagliata, e bendata, ma ancora viva. La benda e il bavaglio erano completamente bagnati di sangue. I suoi zoccoli erano logori per il costante sfregamento. Come Twilight si abbassò per slegarla, iniziò a piangere. Lacrime di gioia o di paura, lei non lo sapeva.
Quando Fluttershy fu libera cercò di uscire freneticamente da quella specie di bara. Strappò via il panno che aveva in bocca e tossì, espellendo sangue coagulato nel processo, poi si sdraiò con la testa a terra e singhiozzo ancora più forte.
“per favore fa che non sia un sogno!” piagnucolò Fluttershy, “non voglio morire! Non voglio morire…”
“non è un sogno Fluttershy,” disse Twilight con tono confortante, ma Fluttershy indietreggiò quando sentì la sua voce.
“Twilight! Mi dispiace per qualunque cosa abbia fatto! Ti prego non farmi ancora del male! Mi dispiace!” Fluttershy cercò di alzarsi e scappare, ma era ancora bendata, e inciampò dopo pochi passi, cadendo. Twilight zoppicò verso di lei.
“tu non hai fatto nulla Fluttershy! Non volevo farlo! Non ricordo nemmeno di averlo fatto! Non so proprio cosa dire. Io-” all’improvviso le orecchie di Twilight sentivano di nuovo quell’orrido suono. Era molto più acuto di prima. Guardò dietro di se e vide che Slender Mane stava uscendo dalla casetta di Fluttershy.
“Fluttershy. Ho bisogno del tuo aiuto. Lo so che non hai alcun motivo per farlo, e se non lo farai, ti capisco. Non posso spiegarti tutto, ma se ti è rimasta un briciolo di gentilezza nel tuo cuore, ti prego, porta questa lettera a Princess Celestia!”
Fluttershy continuava a giacere a terra a piangere, ma sollevò la benda per vedere, con un occhio livido, la lettera che Twilight stava tenendo. Come Slender Mane si avvicinava, Twilight gettò la lettera a terra. Diede a Fluttershy un’ultima occhiata supplicante e si mise a correre dentro la Everfree Forest. Fluttershy continuò a guardarla confusa fino a quando non la vide più.

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Come Twilight corse verso la Everfree Forest intravide Slender Mane. Nonostante non sembrasse muoversi più velocemente di un lento trotto, non era mai lontano da lei. La spalla di Twilight si era arresa tempo fa, e ora le toccava correre più veloce che poteva con le tre zampe rimaste. Ormai doveva essere vicina…
Twilight trovò lo stesso tratto di strada che percorse l’altro giorno. Vide in lontananza un albero quasi indistinguibile dagli altri e riconobbe la casa di Zecora. Twilight cercò di affrettarsi. Ancora un po’ più avanti e sarebbe stata salva.
“Zecora!” gridò, sbattendo alla porta, “Zecora ti prego! Aiutami!” Twilight sentì del movimento all’interno e la porta si aprì.
“Twilight Sparkle? Stai bene? Cosa ti porta qui a quest’ora della notte?”
Twilight entrò di corsa in casa e chiuse la porta frettolosamente. Sbirciò dalla finestra per vedere dov’era Slender Mane, ma non vide nulla.
“è lui Zecora. Avevi ragione. All’inizio pensavo fosse solo un’allucinazione, ma non lo è. Deve essere qualcos’altro. L’ho sentito. L’ho visto muovere gli oggetti. L’ho visto perfino sanguinare! Deve esserci qualcosa per fermarlo, per proteggermi da lui. Deve esserci qualcosa che tu puoi fare per aiutarmi. Tu sei un’esperta di queste cose dopotutto, vero?”
“lo sono,” rispose Zecora, “molto più di quello che credi,” qualcosa nella sua voce catturò l’attenzione di Twilight.
“che cosa intendi con ‘più di quello che credi’?” chiese, guardando di fronte a lei. Come lo fece si bloccò per la paura. Accanto a Zecora c’era Slender Mane. Stava guardando in basso verso di lei, e uno dei suoi zoccoli era gentilmente appoggiato sulla sua spalla.
“ti ricordi la storia che ti ho raccontato Twilight? Del villaggio dove il monaco apparve quegli anni dopo?”
“cosa-cosa vuoi dire?” chiese Twilight, indietreggiando ai due.
“era molto più di una storia Twilight. Sono sorpresa che tu non lo abbia compreso prima.”
“non capisco…”
“il villaggio era reale, ed era molto prosperoso non molto tempo fa. Quando trovarono il corpo del monaco, c’erano alcuni che dicevano di dargli una sepoltura adeguata. Quel rituale sarebbe servito a liberare la sua anima tormentata, ma i paesani erano superstiziosi. Si rifiutarono, dicendo che sarebbe stato un atto malvagio cercare di liberare una cosa del genere. Tutti quelli che cercavano di fare il rituale venivano uccisi. Quando seppellirono il corpo al confine della foresta, ce ne era ancora uno che si azzardò ad aiutarlo. Era così giovane. Non poteva immaginare quali sarebbero state le conseguenze delle sue azioni.”
“no…” mormorò Twilight quando realizzò che i pezzi di tutta la vicenda stavano andando al loro posto.
“quando i paesani capirono cosa era successo torturarono la povera ragazza rinchiudendola in una gabbia al centro del paese, dandogli cibo e acqua appena sufficiente per farla sopravvivere. Fu così per anni. Tutti i paesani la schernivano. Aveva un solo amico. Ogni notte la andava a trovare per potersi scambiare segreti. Le insegnò cose che nessun altro mortale conosce…” Zecora fece un passo avanti e prese un bastone fumante dal focolare.
“c’era un fiume nella foresta. Quando le radici dell’albero lo raggiunsero l’acqua divenne contaminata. Ogni paesano che la beveva divenne infetto. Bruciarono la foresta per impedire che la contaminazione si diffondesse, ma non salvarono se stessi. Quella notte gli abitanti si laceravano dalla follia, insieme alle fiamme e agli urli degli alberi. Solo uno sopravvisse, perché le zebre crudeli si rifiutarono di darle da bere quel giorno.”
“la ragazza riuscì a scappare dalla sua cella. Usò quello che il suo amico le insegnò per diventare un ottimo dottore nella sua terra, ma era solo questione di tempo prima che i suoi segreti venissero scoperti. Quando capirono da dove venivano i suoi poteri, ogni albero di frutti paurosi venne bruciato scappò per altre terre, determinata ad essere più attenta da quella volta. L’albero non si diffuse mai oltre i suoi confini, ma purtroppo era destino che dovesse accadere, e quando lei tornò a casa da un raccolto soddisfacente, uno lo fece.”
“non devi farlo per forza,” implorò Twilight quando Zecora alzò il bastone in aria, “lo prometto, non dirò a nessun pony il tuo segreto. Solo non lasciare che lui mi tocchi! Ti prego!”
“ho cercato di aiutarti Twilight, come fanno tutti gli amici, ma sapevo che non c’era nulla che potessi fare. Quello che è successo non può essere cambiato. Ora ti imploro Twilight, corri.”
Come Zecora oscillò il bastone verso di lei, Twilight saltò di lato. La sua zampa infortunata si fece però sentire e cadde a terra. Come Zecora si stava avvicinando da un lato e Slender Mane dall’altro, Twilight prese tutte le sue forze per lanciare una magia.
Ci fu un improvviso bagliore e una torre di fiamme eruttò dal focolare, facendo salire il calderone bollente in aria e coprendo il soffitto di fiamme. Zecora urlò di sorpresa e inciampò all’indietro quando l’intensa fiammata fece prendere fuoco all’albero. Con sorpresa di Twilight, Slender Mane si fermò a sua volta; guardando verso Zecora, Twilight capì che era preoccupato, e prese quest’opportunità per scappare dalla porta sul retro.
Come lasciò l’albero bruciante dietro di sé, Twilight sentì Zecora che urlava. Si guardò dietro, sentendosi momentaneamente in pena per la zebra che pensava fosse sua amica. Come ci pensò vide il volto di Slender Mane dalla finestra, ma una frazione di secondo dopo era scomparso.


THE SLENDER MANE
Capitolo Quinto


Twilight poteva sentire gli zoccoli di Slender Mane toccare la terra dietro di lei. Non si azzardava a girarsi per guardare. La sua mente era offuscata dalla paura e tutto quello a cui riusciva a pensare era di fuggire. Correva alla cieca, prendendo strade a caso, nella speranza di seminare il suo inseguitore. Era completamente persa, ma non le importava. Fino a quando avrebbe impedito a Slender Mane di avvicinarsi a lei, nulla le importava. Era talmente distratta che a fatica notò che aveva saltato una radice che portava direttamente in una fossa.
La sensazione dell’aria che frusciava su di lei fu la prima cosa che catturò la sua attenzione. Quando si guardò intorno capì cosa stava succedendo, ma era troppo tardi per reagire. Con un plop e un thud, atterrò dentro una spessa palude.
“AAAAAAAUGH!” gridò quando cadde. Atterrò sul lato, concentrando tutto l’impatto sulla spalla rotta. Si contorceva in una cieca agonia per diversi secondi, e ciò la fece intanto affondare nel fango prima che potesse guardare di nuovo. Quando realizzò la sua terribile situazione, il fango la stava circondando come fossero sabbie mobili. Nella caduta era affondata così in fretta che più di metà del suo corpo era sommerso. Non c’era terreno solido abbastanza vicino a lei per uscirne. Cercò di tirare fuori una zampa, ma quando lo fece il fango la fece scendere più in fretta. Ora era sommersa fino al collo.
“aiuto!” gridò, guardando dietro verso il confine della fossa. Nessuno rispose. Per un momento vide Slender Mane scrutare da quel punto, ma un momento dopo era sparito di nuovo.
La mente di Twilight cercava in fretta di trovare un modo per uscire, ma non c’era niente intorno a lei che la potesse aiutare. Nessuna delle sue amiche l’avrebbe salvata questa volta. Mentre continuava a pensare ad un modo, un rumore familiare iniziò a suonare nelle sue orecchie. Twilight scattò per la paura. Si guardava intorno freneticamente, e presto vide il pony di cui aveva tanto paura. Il pallido pony iniziò a muoversi verso di lei, immergendo gli zoccoli nel fango. Le sue gambe affondarono così in basso che sembrava un normale pony che camminava sulla superficie.
“no! Stai lontano!” gridò lei, “non lo fare! Perché mi stai facendo questo?!” nonostante i suoi pianti, continuava a camminare lentamente verso di lei. In pochi minuti la raggiunse. Il rumore nelle sue orecchie divenne assordante quando si abbassò verso di lei, posizionando la sua faccia a pochi centimetri dalla sua.
“ti p-pr-eego!” singhiozzò Twilight, cercando un qualunque segno di compassione nel suo viso senza alcuna espressione. Non ne vide alcuna quando Slender Mane alzò uno zoccolo dal fango e lo premette contro la punta del suo corno, facendola affondare sempre di più. Gli occhi di Twilight si girarono verso la sua testa quando terrificanti pensieri la costrinsero a farlo.
Il tempo che Twilight spese nella Everfree Forest fu la peggiore esperienza della sua vita. Dopo le prime poche ore non poteva nemmeno urlare.

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Passarono tre giorni quando le guardie reali trovarono Twilight nella Everfree Forest. Era terribilmente disidratata. I suoi occhi erano semiaperti e insensibili. Viticci di sangue secco serpeggiavano dalla sua bocca in tutte le direzioni. A ritorno verso Canterlot i dottori dissero che non avevano visto niente del genere. I danno alla spalla sembrava essersi generato da solo, ma era così severo che pensavano fosse necessario amputargli l’arto. Aveva squarciato le sue corde vocali per le urla, ma nessuno sapeva spiegare il perché. Il suo cervello non sembrava aver sofferto alcun danno serio dietro le contusioni minori dovute alla caduta, ma rimaneva ritirata in se stessa. Nemmeno Celestia era in grado di raggiungerla.
Nemmeno diversi rapporti da Ponyville furono d’aiuto. I pony dicevano che aveva assassinato Fluttershy, anche se era ancora viva. Il fuoco nella Everfree Forest si generò nello stesso tempo in cui Twilight scappò dal villaggio per dirigersi a casa della zebra chiamata Zecora, ma quando cercarono la sua casa non c’era nulla tranne cenere. Non c’era alcun segno che dimostrava che qualcuno viveva lì. Fu ancora più frustrante che non ci furono testimoni per nessuno dei rapporti. Oltre alla sanguinante scena accaduta nella casetta di Fluttershy per dimostrare che qualche pony l’avesse attaccata, non ci fu il minimo indizio.
Ora le due residenti di Ponyville riposano all’ospedale di Canterlot, attaccate ad ogni sorta di congegno magico. Il battito di Twilight è più alto del normale, ma non in modo pericoloso. Gli altri monitor mostrano un normale funzionamento del cervello, ma i suoi occhi sembrano sempre guardare altrove. Alcune volte emette dei piccoli suoi, ma i dottori dicono che sono solo riflessi. Quello che li preoccupava di più era quando si metteva a piangere. Questo non doveva accadere.
Il battito di Fluttershy mostrava nel monitor un pericoloso basso livello di attività. Ha perso quasi metà del suo sangue nel tempo in cui era arrivata a Canterlot. Nessuno capiva come fece a volare fino a lì. Qualunque cosa l’avesse attaccata, fu implacabile. Il suo cranio era fracassato su un lato, e inoltre aveva perso un occhio. aveva diverse costole rotte, un polmone forato e alcune delle sue vertebre erano screpolate. Con tutti quei danni, sarebbe dovuta morire molto prima, ma stava tenendo duro. Ora dorme più pacificamente di qualunque altro pony che avrebbe avuto le sue condizioni.
Celestia le guardava entrambe, chiedendosi quale forza malvagia sarebbe potuta entrare nella sua terra e generare questo abominio. Sua sorella Luna si avvicinò a lei silenziosamente.
“il sole deve sorgere tra poco. Hai dormito abbastanza?”
“come ho potuto lasciare che succedesse tutto ciò? Twilight aveva fiducia in me. Avrei dovuto tenerla in salvo,” rispose Celestia, una lacrima dorata scese dal suo occhio.
“non darti la colpa per questo sorella. Scopriremo cosa è successo. Sia le tue guardie che le mie stanno cercando una spiegazione; stanno lavorando sodo per permettere alle loro principesse di compiere le loro mansioni indisturbate. Per favore sorella, anche poche ore di riposo ti faranno bene.”
Gli occhi di Celestia mostravano ancora più angoscia di prima, ma il resto della sua espressione era più ammorbidita, “hai ragione Luna. Cercherò di riposare, ma se accade qualcosa mentre sono assente, informami immediatamente. Non voglio che Twilight pensi che abbia altre priorità più importanti di lei.”
“certo sorella. Lo prometto.”
Celestia diede a sua sorella un amorevole abbraccio prima di uscire dalla stanza dell’ospedale. Luna la seguì dopo aver spento le luci ed aver chiuso la porta quietamente. Per diverse ore l’unico suono che si percepiva nella stanza furono i segnali acustici degli equipaggiamenti medici, poi all’improvviso qualcuno iniziò a parlare.
“FfffffluuuUuuuutterSshyyyy…” sibilò la voce. Il suono era così snervante che Fluttershy si svegliò scossa, il rumore del monitor mostrava chiaramente l’accelerarsi del suo cuore per la sorpresa.
“c-chi c’è?” chiese.
“Ppperchèèèè i piccooooli puuuledriiii hannoooo pauuuraaa del buuuiio?”
Fluttershy guardò verso Twilight. Era ancora ferma con lo sguardo immobile. Non era cambiato nulla eccetto per le raspanti parole che sembravano uscire da qualche meandro oscuro dentro la sua mente. Mentre si guardava intorno, iniziò a strisciare fuori dal letto. Trascinò il suo corpo fuori e cadde sul pavimento. Il suo braccio, che era ancora connesso al supporto, strappò la sua spalla dal suo posto, ma non sentì alcun dolore. Come si mise lentamente in piedi, la sua testa pendeva fiaccamente a lato.
“perchèèèèè io liii pooOSsooo trooOovaaAAare nel buUuiioooO.”
Fluttershy piagnucolò debolmente quando quella cosa che sembrava Twilight zoppicò oltre il suo letto. in piedi per un momento, immobile. La testa di Twilight pendeva ancora da un lato. l’unico occhio con cui Fluttershy poteva vedere era fisso nei suoi, e da esso un ruscello di lacrime continuava a scendere. Lentamente ma minacciosamente, quella cosa alzò uno zoccolo e lo appoggiò sul petto di Fluttershy. Il pegaso aprì la bocca in un urlo silenzioso e l’allarme del suo monitor di spense.

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Ci fu una fiammata di luce quando Celestia fece sorgere il sole. La folla che si era raggruppata fece i soliti elogi, ma c’era qualcosa di strano. La luce del mattino era troppo rossa. Doveva sembrare rinfrescante, ma era drenante, come negli untimi momenti in cui il sole sta tramontando all’orizzonte per lasciare spazio alla notte. La principessa si chiese perché le guardie le stavano correndo incontro. Volò verso di loro per incontrarli.
“qualcosa non va?” chiese. Sapeva che era successo qualcosa di brutto.
“è per Fluttershy e Twilight Sparkle!” disse la guardia con urgenza.
Celestia non aveva bisogno di sentire nient’altro. Prima ancora che le guardie reali avessero finito di parlare, stava galoppando verso l’ospedale a tutta velocità. Non voleva che accadesse nient’altro alla sua studente. In pochi minuti era già alla porta della stanza, preparata per tutto, o così credeva. Come entrò, ella potè solamente rimanere immobile per lo shock. Un attimo dopo le guardie la raggiunsero.
“dove…dove sono loro?” chiese Celestia.
“è proprio questo il punto, principessa! I dottori hanno sentito l’allarme che si era spento nella stanza, e quando arrivarono erano sparite! Nessuno le ha viste lasciare l’edificio.”
“dobbiamo trovarle,” disse Celestia con voce tesa, “mandate tutte le guardie nella ricerca. Controllate le stanze, controllate il terreno, controllate anche sui muri se necessario. Dovete trovarle più in fretta che potete.”
“si principessa,” dissero le guardie all’unisono, prima di voltarsi e galoppare via.
Celestia diede un ultimo sguardo alla stanza prima di mettersi a correre anche lei. L’alto pony la guardava inosservato da un angolo mentre se ne andava.

Epilogo

Dopo giorni di ricerche Twilight e Fluttershy vennero date per morte. La notizia arrivò velocemente alle loro amiche di Ponyville. venne svolto un funerale per ricordarle, ma i loro corpi non vennero mai più trovati. Al passare degli anni, la vita delle loro amiche continuò ad essere quella di sempre. Il dolore di avere altre perdite si indebolì, poi dimenticato e i quattro pony rimasti vissero la loro vita fino a loro tempo debito.
Ci furono diverse voci in futuro, di cui una delle quali si diceva che ci fosse un pony che risiedeva nella Everfree Forest e che indossava una pallida maschera senza volto per nascondere il suo viso. Molte volte, quando i piccoli puledri volevano avventurarsi per la Everfree Forest di notte, i loro genitori li fermavano, “non vagare dentro la foresta,” dicevano, “se ti perdi nell’oscurità lui ti troverà e ti porterà nei meandri oscuri della foresta! Poi ti seppellirà sottoterra e crescerai sotto forma di albero. Non importa quanto cercheremo, non saremo mai più in grado di trovarti.”
I puledrini non avevano motivo di credere ad una storia del genere. Non avevano mai visto quel pony. Nonostante gli abitanti cercavano però di abbattere uno strano albero dai frutti neri e gialli, esso continuava a rispuntare insieme ad altri. Dicevano che ogni volta che li tagliavano, essi urlavano, e che se mangiavi i loro frutti saresti morto in pochissimo tempo. Decisero di chiamare l’area dove crescevano gli strani alberi “Filly Fields”, perché pensavano che fosse quello il luogo dove i piccoli rapiti dallo strano pony venivano seppelliti. Era detto che quell’area era il luogo dove viveva il misterioso pony. I giovani pony pensavano che fosse tutto inventato, ma i più vecchi giurarono di aver visto la creatura aggirarsi per quegli alberi, mentre raccoglieva i loro frutti.
I puledrini un giorno sarebbero cresciuti e avrebbero lasciato che quella storia fosse solo una leggenda che i loro genitori raccontavano per spaventarli. Nessuno si chiese veramente chi fosse quel pony che dicevano si aggirasse per la foresta. Nessuno voleva sapere di chi era quell’ombra che gli pareva di vedere nelle finestre dentro una casetta nei pressi della foresta. La stessa dove diversi anni prima un pony venne assassinato. Non lo sapevano con certezza. Era solo una storia dopotutto.
E tutti sanno che non c’è motivo di essere spaventati di una semplice storia.


Edited by -Chaos- - 24/8/2014, 23:19
 
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