CITAZIONE
Mi piacciono proprio i vostri interventi.
E l'analisi di Chaos è molto approfondita, complimenti!
Detto questo, qualche giorno fa stavo guardando l'episodio S1E4, dove Applejack si dimostrava troppo orgogliosa e non voleva chiedere aiuto. Il messaggio è stato molto chiaro, ma forse più apprezzabile dagli adulti.
Anche se osservando i bambini con cui lavoro, c'è un inversione di tendenza: chiedere aiuto per tutto, non volendo fare, nemmeno provare, ma aspettandosi il "deus ex machina" che risolva tutto.
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio contributo, ma adesso vorrei provare a dare una risposta alla questione da te proposta di Applejack e dell'inversione di tendenza. Di solito non mi soffermo a rimuginare sui messaggi di un cartone per bambini, ma se è per una questione di come lo show possa influire sulle giovani menti, perchè non provare a pensarci un attimo?
Non penso che il messaggio della puntata in questione si riferisse solamente al "non essere troppo orgogliosi e chiedete aiuto se non riuscite a fare qualcosa". Secondo me punta anche indirettamente al valore della collaborazione fra vari individui verso un unico scopo, comunicandosi sentimenti e idee. Un orgoglio troppo grande può essere visto come una forma di egocentrismo e di egoismo nel modo in cui Applejack lo mostrava in quella puntata, ma non bisogna dimenticare l'orgoglio che si può provare ad avere degli amici con cui poter comunicare e collaborare. In poche parole si riesce ad estrapolare una concezione diversa dello stesso sentimento se approcciata da un punto di vista alternativo che riesce a mettere d'accordo anche linee di pensiero diverse e di fondo anche contrastanti. Insomma, trovare un compromesso fra ciò che si è e come esso viene posto agli altri per poter vivere delle amicizie sane, stimolanti e durature. Come avevo detto nel mio precedente post, "la crescita è anche rapportarsi e confrontarsi con gli altri".
Per quanto riguarda l'inversione di tendenza da te citata, penso possa essere ricondotta ad un problema di fondo di come i bambini vengono abituati a chiedere e fare le cose. Oggigiorno molte cose sono "prêt-à-porter" e quindi, soprattutto nei giovani, si viene a creare un pensiero induttivo che che li porta a pensare che si può ottenere tutto senza sforzo. Tutto questo, unito magari anche al fatto che spesso i genitori possono cedere ai loro capricci, può portare a fare collegamenti mentali del tipo "posso avere le cose senza sforzo e solo chiedendo". Viene a mancare un insegnamento che valorizzi l'impegno profuso in ciò che si fa, ma anche solo per la soddisfazione di aver compiuto qualcosa, anche senza delle ricompense a simboleggiare il completamento dell'atto.
Tutto questo lo ricondurrei quindi ad una singola idea: valorizzare l'impegno del singolo, ma anche quello di gruppo, in modo da sviluppare dei concetti di individualità e comunità all'apparenza scollegati, ma che di fondo sostengono ogni singolo contributo e favoriscono la comunicazione e lo scambio di idee in modo che il risultato sia maggiore della somma dei singoli addendi. Se poi durante la strada ci sono dei battibecchi o delle discussioni accese, l'importante è sostenere il lato didattico e umano della faccenda, in modo che i giovani si abituino a formare anche un pensiero critico ma costruttivo nei confronti propri e degli altri. Altrimenti tutti si innamorano delle proprie idee ed i caratteri stagnano e decadono verso delle menti chiuse.