Pedagogia e My Little Pony

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Appleonix
CAT_IMG Posted on 9/5/2013, 14:23     +1   +1   -1




Pedagogia: la scienza di accompagnare la vita umana nella sua formazione di individuo. Il suo ambito di lavoro è sopratutto nei primi anni di vita, ma non basta un intera vita per apprenderla.

Gli educatori, e intendiamo le figure che lavorano in questo campo, da pedagogisti ad animatori, hanno un compito molto importante.
Ma educatore è qualsiasi persona che si "prenda carico" di "aiutare" qualcun altro nel suo sviluppo: fratelli e sorelle maggiori, genitori, nonni e amici più adulti.

Io mi trovo a lavorare con ragazzi e bambini, e avevo voglia di parlare con voi di questo argomento. Ho messo pedagogia nel titolo per ricollegarci alla prima intuizione al sentirne parlare. Non c'è un giusto o sbagliato, mi piacerebbe leggere i vostri pensieri... unica regola però metterei che devono comunque riguardare i MLP, visto che siamo in un forum ad essi dedicato.

Comincio io: attualmente i prodotti per l'infanzia sono carenti per vari motivi:
-targhet falsato: vengono proposti targhet errati. E i genitori scelgono male. Un esempio: le teen-novelas seguite da bambini delle elementari.
-Non pensato a misura di bambino: il prodotto piace, ma non è adatto al bambino. Anziché stimolarlo correttamente, viene iperstimolato o vengono trasmessi falsi valori.
-commerciale: il cartone è pensato per vendere prodotti. Mattel e Hasbro ne sono i maggiori rappresentanti.

Però MLP lo ritengo diverso.
Ogni puntata insegna qualcosa, c'è una morale e un forte legame alla loro base.
A voi la palla!
 
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Daxn
CAT_IMG Posted on 9/5/2013, 14:33     +1   -1




Sono piuttosto d' accordo con te nell' analisi: paradossalmente, il cartone nato come una serie di pubblicità romanzate, è diventato l' unico cartone con qualche elemento pedagogico all' inteno, e forse è anche questo ciò che ha portato al successo questa serie.
 
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-Chaos-
CAT_IMG Posted on 9/5/2013, 16:25     +1   +1   -1




Probabilmente la vera carenza è nel pensiero di chi i cartoni e i giocattoli li produce. Spesso mi pare che si sia intrappolati in una specie di mindset disneyano, o comunque troppo semplicistico, riguardo a quello che i pargoli pre- e post-adolescenziali possa piacere o interessare. Infatti questa visione a bianco e nero, o meglio, azzurro e rosa, non lascia spazio per un pensiero alternativo ai giovani target, di fatto perpetuando l'ideale che i maschi vogliono essere degli eroi spacca-tutto senza macchia e le ragazze delle principesse con il principe azzurro che le tratta come tali. Non dico che il concetto sia completamente errato, ma oramai superato al giorno d'oggi. Se davvero è necessario far sviluppare una mente nuova con le sue idee, i suoi sogni ed il suo carattere, penso che sia deleterio in questo senso "ficcare in gola" ai giovani questi reiterati stereotipi. Anche le ragazze vogliono essere delle eroine e anche i ragazzi vogliono magari provare ad essere più sensibili. Il punto di forza di un prodotto oggigiorno è la "marketability", ovvero quanto si riesce a ricavare da esso per il bene di chi lo produce. Il fatto che vengano propinate sempre le stesse cose dimostra come i produttori non abbiano il coraggio o l'intenzione di andare fuori da un sentiero già scritto e sicuro da percorrere (mettete conto che ragionano in grandi numeri), mentre anche il pubblico continua a volere sempre le stesse cose. E' una specie di patto non scritto, perchè la psicologia della massa indica molto spesso come appunto le masse richiedano sempre la stessa cosa, seppur in salse diverse. La questione è quindi unica: la massa ha timore di cambiare le abitudini e i produttori non hanno intenzione di provare cose nuove per non rischiare. E' un circolo vizioso che nel caso dei prodotti dell'infanzia di cui si parla qui porta a prodotti di scarsa qualità "psicologica" nei confronti dei pargoli.
My Little Pony da questo punto di vista era anche fermo in un mindset simile, basti vedere le generazioni 3 e 3,5 del franchise. Però per la quarta generazione è apparsa una produttrice visionaria, tale Lauren Faust. Quello che ha fatto lei è stato pensare appunto fuori dagli schemi di un mondo tutto in rosa tipico delle atmosfere dei cartoni per bambine e quindi, invece di andare sul sicuro, ha rischiato un po' di più provando a esplorare più a fondo la mente di una bambina, usando come esempio la propria esperienza in giovinezza. Ciò che è uscito è ciò che vediamo tutti oggi: pur mantenendo i colori pastello, la nuova veste grafica e la qualità generale del cartone ha generato uno show adatto non solo ad un pubblico più giovane, ma anche più adulto che quindi è in grado di guardare le puntate insieme ai figli ed analizzare con loro i messaggi che esso trasmette. Perchè la crescita di un individuo non è solo laser e gormiti oppure vestiti da principessa, ma imparare a rapportarsi con gli altri e confrontarsi con loro. In questo caso è bastata una "pecora nera" come la Faust, che in qualche modo riesce a guardare oltre gli stereotipi perpetuati ormai da anni, per poter dare nuova linfa ed un nuovo significato ad franchise che era ormai associato al grande marketing.
Probabilmente è solo questo quello che ci vuole. Una persona in grado di poter pensare come un bambino ed in grado quindi di capire i loro gusti e quindi poter offrire qualcosa sia divertente che contemporaneamente stimolante ed educativo. Allo stesso modo i genitori potrebbero sfare uno sforzo in più nel comprendere ciò che è più o meno adatto allo sviluppo dei loro figli, senza necessariamente cedere alla via più facile per accontentare un capriccio.
 
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Appleonix
CAT_IMG Posted on 10/5/2013, 18:07     +1   -1




Mi piacciono proprio i vostri interventi.
E l'analisi di Chaos è molto approfondita, complimenti!

Detto questo, qualche giorno fa stavo guardando l'episodio S1E4, dove Applejack si dimostrava troppo orgogliosa e non voleva chiedere aiuto. Il messaggio è stato molto chiaro, ma forse più apprezzabile dagli adulti.
Anche se osservando i bambini con cui lavoro, c'è un inversione di tendenza: chiedere aiuto per tutto, non volendo fare, nemmeno provare, ma aspettandosi il "deus ex machina" che risolva tutto.
 
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-Chaos-
CAT_IMG Posted on 10/5/2013, 19:17     +1   +1   -1




CITAZIONE
Mi piacciono proprio i vostri interventi.
E l'analisi di Chaos è molto approfondita, complimenti!

Detto questo, qualche giorno fa stavo guardando l'episodio S1E4, dove Applejack si dimostrava troppo orgogliosa e non voleva chiedere aiuto. Il messaggio è stato molto chiaro, ma forse più apprezzabile dagli adulti.
Anche se osservando i bambini con cui lavoro, c'è un inversione di tendenza: chiedere aiuto per tutto, non volendo fare, nemmeno provare, ma aspettandosi il "deus ex machina" che risolva tutto.

Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio contributo, ma adesso vorrei provare a dare una risposta alla questione da te proposta di Applejack e dell'inversione di tendenza. Di solito non mi soffermo a rimuginare sui messaggi di un cartone per bambini, ma se è per una questione di come lo show possa influire sulle giovani menti, perchè non provare a pensarci un attimo?

Non penso che il messaggio della puntata in questione si riferisse solamente al "non essere troppo orgogliosi e chiedete aiuto se non riuscite a fare qualcosa". Secondo me punta anche indirettamente al valore della collaborazione fra vari individui verso un unico scopo, comunicandosi sentimenti e idee. Un orgoglio troppo grande può essere visto come una forma di egocentrismo e di egoismo nel modo in cui Applejack lo mostrava in quella puntata, ma non bisogna dimenticare l'orgoglio che si può provare ad avere degli amici con cui poter comunicare e collaborare. In poche parole si riesce ad estrapolare una concezione diversa dello stesso sentimento se approcciata da un punto di vista alternativo che riesce a mettere d'accordo anche linee di pensiero diverse e di fondo anche contrastanti. Insomma, trovare un compromesso fra ciò che si è e come esso viene posto agli altri per poter vivere delle amicizie sane, stimolanti e durature. Come avevo detto nel mio precedente post, "la crescita è anche rapportarsi e confrontarsi con gli altri".

Per quanto riguarda l'inversione di tendenza da te citata, penso possa essere ricondotta ad un problema di fondo di come i bambini vengono abituati a chiedere e fare le cose. Oggigiorno molte cose sono "prêt-à-porter" e quindi, soprattutto nei giovani, si viene a creare un pensiero induttivo che che li porta a pensare che si può ottenere tutto senza sforzo. Tutto questo, unito magari anche al fatto che spesso i genitori possono cedere ai loro capricci, può portare a fare collegamenti mentali del tipo "posso avere le cose senza sforzo e solo chiedendo". Viene a mancare un insegnamento che valorizzi l'impegno profuso in ciò che si fa, ma anche solo per la soddisfazione di aver compiuto qualcosa, anche senza delle ricompense a simboleggiare il completamento dell'atto.

Tutto questo lo ricondurrei quindi ad una singola idea: valorizzare l'impegno del singolo, ma anche quello di gruppo, in modo da sviluppare dei concetti di individualità e comunità all'apparenza scollegati, ma che di fondo sostengono ogni singolo contributo e favoriscono la comunicazione e lo scambio di idee in modo che il risultato sia maggiore della somma dei singoli addendi. Se poi durante la strada ci sono dei battibecchi o delle discussioni accese, l'importante è sostenere il lato didattico e umano della faccenda, in modo che i giovani si abituino a formare anche un pensiero critico ma costruttivo nei confronti propri e degli altri. Altrimenti tutti si innamorano delle proprie idee ed i caratteri stagnano e decadono verso delle menti chiuse.
 
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Appleonix
CAT_IMG Posted on 11/5/2013, 11:31     +1   -1




Eh... ogni volta leggo con interesse... ma mi ritrovo senza nulla da aggiungere... hai detto già tutto, il tuo è un pensiero completo!
Quindi complimenti! Mi accontento di leggerlo e apprezzarlo così!
 
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-Chaos-
CAT_IMG Posted on 11/5/2013, 12:14     +1   -1




Beh, grazie come sempre. Ti dirò però che mi sembra di dire delle cose anche abbastanza ovvie alle volte. Alla fin fine quello che ho scritto penso che nasca da del semplice pensiero critico e da del buon senso. Nonostante possa sembrare un qualcosa di approfondito in realtà è solo uno scalfire la superficie nell'ambito della pedagogia da te proposto. Io mi limito a pensare di come potrebbero essere le cose e quindi non "studio" e non coltivo le menti dei giovani come fai te. Se però del buono sotto forma di un'ispirazione può venire dal pensiero quasi puramente analitico di una mente pragmatica come la mia, allora sono ben felice che sia servito a qualcosa.
 
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Appleonix
CAT_IMG Posted on 6/6/2013, 09:20     +1   -1




Altra puntata molto, molto bella.
Perdonatemi, dopo cerco il titolo corretto.
Sweetie belle e Rarity che litigano e non vogliono più essere sorelle. Così la puledrina si rifugia nel frutteto di AJ e partecipa con lei alla gara. Ma alla fine si scopre che è la sua sorellona, e capiscono che, per andare d'accordo, ognuna deve limare i suoi spazi.
Che ne dite?
 
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7 replies since 9/5/2013, 14:23   152 views
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