| Il grifone lanciò un’occhiata incuriosita verso il piccolo pony, grattandosi il becco con aria sarcastica.
“Oh, abbiamo uno storico.”
La creatura alata svoltò improvvisamente l’angolo, superando con un balzo la trave di una casa diroccata che era stata abbandonata in mezzo alla strada. Senza proferir parola condusse il pony attraverso una serie di vie e viuzze di Griffinstone, i loro passi rimbombavano muti tra i ciottoli logorati della città. I nidi erano spogli di ogni valore, vuoti, fatiscenti, abbandonati a sé stessi da un popolo che aveva perso più di un idolo d’oro in quel giorno nefasto. La guida continuò a camminare in assoluto silenzio, un’aria cupa e trista velava il suo volto. I due si ritrovarono nuovamente di fronte alla stessa trave che avevano superato qualche decina di minuti fa; questa volta, però, imboccarono una stradina secondaria che si snodava attraverso quello che, un tempo, doveva essere un grande e prosperoso mercato cittadino. Superarono le carcasse di banchi e tendoni decrepiti mentre una leggera brezza si mise a soffiare in quel luogo; i vecchi e scoloriti drappi presero a danzare etticamente al tocco del vento, emettendo una serie di schiocchi secchi come per richiamare l’attenzione dei due passanti. La statua del Re Grover contemplò le due creature che si erano fermate dinnanzi a lei. Il grifone si girò verso David, riprendendo il discorso.
“Non era solo un oggetto di valore. Per noi rappresentava uno stile di vita.”
Allungò il lungo l’artiglio per indicare il fianco nudo del proprio interlocutore.
“Tu sei ancora giovane e non hai un Cutie Mark. Ma cosa accadrebbe se non ne ricevessi mai uno? Sapresti trovare il posto in questo mondo, o ti perderesti alla ricerca di esso?”
Voltò lo sguardo verso la statua che redarguì il grifone con un muto e freddo silenzio.
“No, non dirmelo. La mia scelta è già stata decisa e non mi interessa sapere la tua.”
Parlare del loro declino come se stesse spiegando un teorema ad una scolaresca lo infuriava, soprattutto per il fatto che la domanda veniva da un pony. Ma un contratto era un contratto e così si sforzò di inghiottire il rospo e iniziò a raccontare la propria storia.
“L’idolo portò prosperità al nostro regno. Diventammo i signori incontrastati dei cieli e si parlava di noi fin oltre i confini di queste gelide montagne. Costruimmo un castello imponente quanto il vostro, sai? Poi, da un momento all’altro, tutto svanì. Re Guto fallì il suo compito più importante: lasciò che l’Idolo venisse rubato. Quando il satiro Arimaspi e il nostro Idolo caddero nelle profondità dell’Abisso Abismale, anche la nostra società precipitò con essi.”
Il grifone argentato volse lo sguardo verso il cielo, osservando quello che un tempo lontano era il loro dominio. Oggi, al massimo, potevano lavorare come ausiliare dei pony meteorologici. Con un roco suono si schiarì la gola per poi volgere nuovamente il muso verso David.
“Portami qualcosa da bere o smettila di farmi perdere tempo.”
Appoggiò il corpo contro la base della statua e si mise ad aspettare che il pony gli portasse qualcosa di fresco o che si levasse di torno.
@Ninja e Spyro: anche se non vi ho citati direttamente nel post non vuol dire che non abbia preso in considerazione le vostre azioni.
Edited by DerpyCobra - 4/8/2015, 22:49
|